archivio toro news

Il River che non ti aspetti

di Andrea Ciprandi 

 

Questa rubrica intende essere una finestra sul panorama calcistico mondiale. Partendo non necessariamente dalla cronaca, mira a offrire spunti di riflessione rispettosi delle...

Redazione Toro News

Destino che accomuna tutte le sudamericane, quello di veder partire i propri beniamini per la ricca Europa. Soprattutto ricca, visto che tanta qualità la pesca dal Sud America piegato dalla svalutazione e quindi ancora una volta terra di conquista. Adesso calcistica, e a mani basse. In tutto quel Continente c’è dunque qualcosa in più ad animare chiunque sia legato a un Club: l’orgoglio di poter migliorare il calcio mondiale attraverso l’inevitabile esportazione dei propri gioielli non appena inizino a brillare. E’ anche per questo che, per restare sul River, i suoi tifosi oggi indossano con identico senso di identificazione anche maglie del Benfica, del Porto, del Barcellona, del Real Madrid, del Villarreal, del Deportivo, del Saragozza, dell’Inter, del Parma, dell’Atalanta, del Catania, dell’Udinese, del Marsiglia… Sì, perché come ricordato in un articolo recentemente pubblicato su ‘La Pagina Millonaria’ sono addirittura 87 gli ex River che attualmente giocano all’estero, 38 dei quali in Europa e una buona metà uscita direttamente dal vivaio di Nuñez. Tutti numeri destinati a crescere, basti pensare a Buonanotte che ha già firmato per il Malaga e Lamela che è sui taccuini dei migliori Club del mondo.

Senza stare a scomodare il passato coi vari Di Stefano, Sivori, Cesarini, Kempes, Passarella e Ramon Diaz che, chi più magnificamente di altri ma tutti con grandissimo merito, hanno esportato il marchio ‘millonario’, in questo momento un centinaio fra ex giocatori e veri e propri ambasciatori in tutto il mondo, spesso in molte delle squadre più prestigiose d’Europa, è qualcosa di cui un Club può veramente sentirsi fiero. E’ vero, quello del River Plate non è l’unico caso, basti pensare al Newell’s e all’Argentinos solo in Argentina. Certamente però è fra i maggiori, se non addirittura il principale in termini non solo quantitativi ma anche qualitativi. E in tempi come questi, in cui sembra che centinaia di milioni di euro possano essere messi sul piatto per allestire squadre, dicono, stellari, probabilmente è nelle radici che si può ancora trovare la grandezza. Forse, anzi, solo lì. Allora onore e gloria al River Plate e tutti i Club in grado di produrre qualcosa a cui ricchi imprenditori, armatori e sceicchi non sono minimamente interessati e di cui, soprattutto, non potranno mai vantarsi.