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Tori Recuperati

di Steve e Valentino Della Casa

 

SON: Tra i grandi recuperati metterei in prima fila un certo Alessandro Rosina. Sì, proprio lui, perché non mi si dica che il...

Redazione Toro News

di Steve e Valentino Della Casa

"SON: Tra i grandi recuperati metterei in prima fila un certo Alessandro Rosina. Sì, proprio lui, perché non mi si dica che il numero 10 che abbiamo visto ad inizio anno era quello che tutti ci aspettavamo. Non credo che a lui sia stato riservato lo stesso trattamento di Pulici, ma effetti positivi fortunatamente ce ne sono stati, e ieri abbiamo tutti ammirato di nuovo il “Piccolo Principe”. Un po’ di sana panchina non fa mai male, soprattutto se serve a far aumentare quella giusta e positiva rabbia, che permette di sfoderare prestazioni calcistiche degne di tale nome. È successo con Ale adesso, ed è successo con altri anche nel passato recente. Un nome? Beh Marco Ferrante su tutti. Anche lui, se ci ricordiamo bene, ebbe alcuni problemi a livello di spogliatoio, che, naturalmente, si riversavano sul campo. Ebbene, uno dei bomber più prolifici della storia del Toro venne messo ai margini per qualche tempo, venne pure mandato in prestito addirittura all’Inter. Tornò, però, e si rimise a fare quello che era più capace: il goal. Ed è ad un altro grande recuperabile che chiediamo di ritrovaree la realizzazione sottoporta: parlo di Rolando Bianchi. Di panchina ne ha fatta, sta riassaggiando il campo da poco, speriamo che gli effetti siano quelli già visti con altri.

"FATHER: Ce lo ricordiamo tutti Paolino Pulici giovane sostituto di Facchin. Entrava in campo che sembrava una furia, ma poi sbagliava tantissimo al momento di concludere. Qualche tifoso storceva il naso e diceva che non era un giocatore da Toro. Allora i siti non c’erano e queste discussioni si facevano sul tram o durante l’intervallo. Fu per questo motivo che si decise di metterlo momentaneamente fuori squadra e di fargli ripassare i fondamentali. Quando tornò dopo il periodo in cui gli fecero fare palleggi contro il muro e tiri in porta a ripetizione, divenne subito puliciclone. Non è detto che tenere i giocatori fuori squadra sia per forza un disastro: a volte serve per ritrovarli meglio più avanti. Nel Toro ci sono altri grandi che sono stati ritrovati quando sembravano ormai persi. Penso a Maciste Bolchi che arrivò da noi che sembrava un giocatore finito, e poi ha dato muscoli a una difesa peraltro storicamente molto rocciosa. Penso anche a Edmondo Fabbri che dopo la Corea veniva schifato da tutti e che da noi non ha fatto per niente male. E poi mi viene in mente Maspero che giocava con la squadra dei disoccupati e che ci ha dato tante soddisfazioni, soprattutto quella con le zebre. Al Toro c’è un futuro anche per chi non vive un grande presente: basta crederci.