toro

Torino, Cairo a 360°: “A centrocampo basta chi c’è”. E su Hart e Belotti…

Dal Grande Torino / Il presidente granata sulla sessione appena conclusa: "Nel mercato di gennaio difficilmente si risolvono i problemi. Castro? Dieci milioni per un classe 1989 non li spendiamo. Donsah il Bologna non voleva cederlo"

Marco Parella

A margine della presentazione di Torino Channel, il presidente granata, Urbano Cairo, ha risposto alle domande dei giornalisti presenti sul calciomercato appena concluso, dalla Sala Stampa dello Stadio Grande Torino. Ecco le sue parole:

E' appena terminata la campagna acquisti. Come mai, dopo alcuni tentativi, non si è portato a casa un centrocampista, che forse sarebbe stato utile? In assoluto, che cosa pensa di questi ultimi risultati del Torino, non in linea con una buona partenza?

"Per quanto riguarda il centrocampista, noi ne abbiamo sette. Abbiamo dato a giocare Aramu e Vives, perchè in nove erano troppi. Abbiamo Lukic e Gustafson che abbiamo visto poco. Abbiamo poi i titolari: Valdifiori, Baselli, Benassi, Acquah che tornerà dalla Coppa d'Africa, così come Obi, giocatori che hanno dimostrato qualità. Il mercato di gennaio è particolare. In Serie A sono state fatte poche operazioni: tutti hanno capito che i giocatori importanti, che hanno giocato nel girone di andata molto bene, le squadre non li cedono a meno di offerte molto alte. Avete visto come è andato il mercato e dove i valori si sono concentrati. Insomma: i giocatori buoni le squadre non li cedono. I giocatori disponibili sono quelli che hanno giocato poco e hanno bisogno di tempo per mettersi in forma e per entrare nei meccanismi. Io ricordo che di non aver mai visto cose migliorative, in generale, a gennaio. E' un mercato che serve a poco. Comunque abbiamo speso circa dieci milioni per Iago Falque e per Carlao, del quale mi parlano molto bene e di cui era contento anche Mihajlovic. E poi abbiamo preso un giovanissimo e altissimo portiere, che gioca in Polonia nella squadra prima in classifica, Milinkovic-Savic. Era stato acquistato dallo United, poi ci sono stati problemi legati al tesseramento. Per non stare fermo ha preferito andare in Polonia. C'era il Benfica su di lui, ma altre squadre importanti. C'è chi mi dice sia il Donnarumma serbo. Vicino a lui in foto, Petrachi sembrava piccolo... Questi sono gli acquisti che mi interessa fare. Io ho letto tanti nomi, è giusto così perchè i giornali devono scrivere, a cui non abbiamo mai pensato. Ma lo capisco, anche se a volte un po' di prudenza non sarebbe male. Sicuramente, andare a prendere giocatori maturi, nati negli Anni Ottanta ma anche nei primi anni Novanta, che hanno un valore importante, non mi interessano. Oggi bisogna pensare dai classe 1996 in giù. Non voglio parlare male di alcun giocatore, ma quando sento di un giocatore del 1989 che viene valutato dieci milioni, che tra l'altro non ha cambiato la realtà della sua squadra, non si può fare. Dieci milioni li avrei speso per un 1996 di cui mi parlò Petrachi ma che purtroppo non hanno venduto. Per lui sì, perchè ha un potenziale straordinario. Recentemente si è parlato di Imbula. Era un'ipotesi ma non è che siamo arrivati a pensarci l'ultimo giorno, Petrachi lo segue da anni. C'è una rete di osservatori con a capo Petrachi. Lui ha sottomano una lista infinita di calciatori. Per Imbula il costo di prestito e riscatto era circa di 1.750.000 Euro. Io ho detto "Bene, facciamolo". Poi il costo di un tratto è lievitato a 15 milioni per il diritto di riscatto: si può spendere quella cifra per un giocatore dal buon potenziale, ma che attualmente non sta giocando allo Stoke City? Lo abbiamo trattato insomma, ma non se ne è fatto nulla perchè le cose sono cambiate d'improvviso".

Potresti esserti perso