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Commissione Antimafia: “Nelle curve dilaga la criminalità. Inasprire la Giustizia Sportiva”

Serie A / Il Comitato, presieduto da Rosy Bindi e Marco di Lello, propone grandi cambiamenti: "Intervenire sul provvedimento di Daspo irrobustendone l'efficacia"

Gualtiero Lasala

"Il IX Comitato Antimafia e manifestazioni sportive ha diramato la relazione finale riguardo al rapporto tra Mafia e tifoserie (in particolare alcuni capi ultrà) nella quale viene messo in luce un grave peggioramento della situazione nelle curve di alcune squadre di Serie A - tra cui Juventus, Genoa, Napoli e Lazio - e vengono quindi proposte delle soluzioni per cercare di risolvere quella che appare una condizione critica.

""La forza di intimidazione delle tifoserie ultras all'interno del "territorio - stadio" è spesso esercitata con modalità che riproducono il metodo mafioso; unitamente a ciò, la condizione di apparente extra - territorialità delle curve rispetto all'autorità ha consentito ai gruppi di acquisire e rafforzare il proprio potere nei confronti delle società sportive e dei loro dipendenti o tesserati". Con queste dichiarazioni comincia il rapporto stilato dalla presidente della Commissione Rosy Bindi e da Marco Di Lello. In più, viene aggiunto: "La situazione è ulteriormente aggravata dal punto di vista delle società, dalla base sociale delle stesse tifoserie, formate da significativi contingenti di persone pregiudicate, in alcuni casi vicini al 30% del totale, secondo le stime delle forze di polizia. Nelle curve, infatti, l'anarchia nella gestione degli spazi, rispetto ai criteri di assegnazione dei posti dettati dal sistema di vendita dei biglietti, per i tifosi più estremi è anche funzionale a rendere più difficile l'identificazione dei singoli individui, dal momento che viene di fatto impedita la mappatura dei settori dello stadio sulla base dell'abbinamento tra il nominativo dell'acquirente e il posto assegnato dal sistema informatico di prenotazione. I gruppi ultras sono costituiti, spesso, da soggetti con gravi precedenti penali o, comunque, con storie personali contraddistinte da comportamenti aggressivi e antisociali, pronti a dare luogo a violenze, fuori dello stadio o sugli spalti, contro la tifoseria avversaria o contro le forze dell'ordine, a gesti antisportivi, cori razzisti, impiego di fumogeni o di altri strumenti pericolosi o, più in generale, a iniziative sanzionate dalle norme federali."

"La Commissione Antimafia ha poi fatto luce sul caso 'ndrangheta che ha colpito la tifoseria della Juventus, sottolineando che: "A Torino la `ndrangheta si è inserita come intermediaria e garante nell'ambito del fenomeno del bagarinaggio gestito dagli ultrà della Juventus, arrivando a controllare i gruppi ultrà che avevano come riferimento diretto diverse espressioni locali di 'ndrangheta". Il Comitato Antimafia ha dipinto, quindi, un quadro molto accurato, per il quale si cercano delle soluzioni.

"Rosy Bindi e Marco di Lello hanno infatti scritto, nella relazione, alcune possibilità per riuscire a contenere ed arginare questo fenomeno che sta colpendo il campionato nostrano. Le proposte sono molto chiare: "Intervenire sul provvedimento di Daspo irrobustendone l'efficacia, sia prevedendo termini più severi che introducendo l'obbligo e non più la facoltà di imporre al destinatario di presentarsi agli uffici di pubblica sicurezza nel corso delle manifestazioni sportive. Valutare l'introduzione di misure, come strutture sul modello inglese, che consentano di trattenere temporaneamente soggetti in stato di fermo all'interno dello stadio. Agevolare l'azione delle forze dell'ordine, con particolare riferimento all'arresto in flagranza e alla possibilità di procedere al giudizio per direttissima; introdurre il reato di bagarinaggio e inasprire le sanzioni della giustizia sportiva".

"Viene preso come modello, da parte della Commissione Antimafia, quello inglese, avvalorando la possibilità - tra le altre - di creare "celle" temporanee per i tifosi in stato di fermo. Soluzioni dure, ma che potrebbero rinnovare il tifo negli stadi.