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Addio derby: non lo sei più da tempo, sei ormai solo un semplice Toro-Juve

Il Granata della Porta Accanto / Da quando la Juventus è entrata allo Stadium il derby per come lo conoscevamo prima ha smesso di esistere. Non c'è più. Ma può diventare un nuovo 4 maggio...

Alessandro Costantino

"Esiste tantissima retorica sul tifo granata. In parte alimentata dall'incredibile e veramente unica storia di questo club, in parte dal confronto continuo e costante con il passato. Negli Anni Settanta si riuscirono a scrivere nuove pagine memorabili perché quel Toro seppe reggere il confronto con il suo pesante passato (la tragedia di Superga  datava poco più di vent'anni prima), se ne alimentò e si trasformò in un Toro che,  modernamente all'inglese, si potrebbe definire da “Hall of Fame”.

"Il derby da sempre rientra nella nostra retorica e forse ne è la parte più cruenta, perché è quella che ci sbatte in faccia ciò che detestiamo, ciò che non vogliamo essere e ciò che desidereremmo sconfiggere. Il problema è che oggi il “mostro” è diventato sempre più forte e potente e a noi sono state tolte quasi del tutto le armi che un tempo ci permettevano di combatterlo in uno scontro un po’ meno impari. Oggi è come se a Davide avessero tolto la fionda e a Golia avessero messo una corazza di acciaio temperato. È come se agli indiani avessero tolto archi e frecce e ai cowboy avessero dato i bazooka. È come se ad una squadra avessero tolto identità, senso di appartenenza, agonismo e all'altra avessero dato ancora più soldi, favori e pure uno stadio. Chiunque lo neghi si ritroverà in una realtà parallela e anacronistica in cui tutto sarà un incubo.

"È necessario, quindi, senza rinnegare il passato, prendere atto che va cambiato il modo di approcciare il derby. Per noi tifosi, ma anche per i giocatori che altrimenti saranno sempre sottoposti allo stress di dover dimostrare chissà che cosa senza averne i mezzi e neppure le conoscenze (e non mi riferisco a quelle di venturiana memoria!).  A mio parere il giorno del derby, soprattutto quello casalingo, dovrebbe diventare un giorno di festa, una sorta di 4 maggio senza fissa data. Dovrebbe essere un giorno commemorativo e celebrativo, un giorno fatto di una sua liturgia, di un suo cerimoniale e che di fatto celebri tutte le battaglie dei derby passati per ricordare a tutti, tifosi, giocatori e staff, cosa abbiamo dovuto affrontare in passato per essere quello che siamo oggi.

"L'idea mi viene da un'iniziativa lanciata da un tifoso su Twitter (non lo cito perché non ne conosco il nome, spero mi perdoni) di far percorrere a piedi ai giocatori, nel giorno del derby, il tratto di strada che va dal Filadelfia allo stadio Olimpico Grande Torino. Una proposta che, al netto di qualche difficoltà logistica di blocco temporaneo del traffico in via Filadelfia e vie tangenti, secondo me era ed è ottima ed anche molto significativa. Il tifoso in questione la proponeva per far caricare di adrenalina i giocatori spronati dalle ali di folla che li avrebbero accompagnati fino allo stadio, io invece ne estenderei il significato a qualcosa di più grande e di più ampio. Come in una commemorazione di qualche importante e decisiva battaglia militare, io aprirei le porte del Fila già al mattino ai tifosi e ai "reduci" di tanti derby del passato (cioè ex calciatori che il derby lo hanno giocato) per poter parlare alla gente, soprattutto ai più giovani, di ciò che è stata nel passato la stracittadina. Poi dopo questa cerimonia pagana che potremmo assimilare ad una sorta di Veterans Day all'americana, ecco che entrerebbero in scena i giocatori dell'attuale rosa che compierebbero questa "processione" a piedi fino allo stadio: un momento di festa, con la gente a far da cordone al loro passaggio, ma non in un clima di battaglia. Mi immaginerei più un clima di celebrazione: non servirebbe a incitare i calciatori ad aggredire la partita, ma solo, come avviene a Superga il 4 maggio, a renderli consci di essere protagonisti e parte di una comunità che ha una storia incredibile alle spalle. Torino-Juventus resterebbe una partita come le altre perché di fatto non è più IL derby come lo abbiamo sempre inteso in passato.

"So che quello che scrivo è un'utopia, ma davvero vorrei che ci sforzassimo tutti quanti di riconsiderare il derby sotto un'ottica completamente diversa. Da quando la Juventus è entrata allo Stadium il derby per come lo conoscevamo prima ha smesso di esistere. Non c'è più. Ci sono due partite di campionato con andata e ritorno in cui si affrontano due squadre che non hanno più nulla ad unirle (nemmeno la città…) e perciò a dividerle. Una multinazionale con fatturati mostruosi e un dominio monopolistico sul calcio italiano contro una squadra che è ancora saldamente legata al suo territorio ed alle sue tradizioni, ma che non ha la forza di competere oltre un certo livello. Questa è la realtà ed è per questo che il giorno in cui si disputa Torino-Juventus dovrebbe diventare un giorno di festa e di commemorazione di cos'era il derby e di cosa significava per la parte granata della città. La partita in sè invece dovrebbe essere solo un match normale di campionato come gli altri 36 con l'aspettativa di vittoria pari a quella che abbiamo quando affrontiamo Inter, Milan, Napoli o Roma. Caricarla di altri significati oggi come oggi è anacronistico. Il calcio è cambiato, noi come tifoseria molto meno, mentre a società Torino FC, invece, si è conformata all'idea che le dimensioni economiche siano l'unico parametro di successo sportivo, rinunciando, di fatto, a provare a portare avanti modelli di sviluppo alternativi che facciano leva su un maggiore senso di inclusione.

"Addio derby: ti rimpiangeremo ma smetteremo prima o poi di cercarti negli attuali Toro-Juve...

"Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.