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Cara Bormio, porta al Torino le certezze che gli servono

Editoriale / Tra il summit con Belotti e gli acquisti che mancano: il Toro che lascerà la Valtellina dovrà essere diverso da quello di oggi

Gianluca Sartori

"E' un Torino con tanti dubbi, quello che parte oggi per Bormio. Non si sa chi sarà il capitano, non si sa quale sarà il modulo tattico, non si sa se resterà Belotti e non si sa chi e quanti saranno gli acquisti che dovranno migliorare la rosa qualitativamente e quantitativamente. Il Torino si fermerà in Valtellina per il quinto anno consecutivo, dal 14 al 28 luglio, e dovrà uscirne per forza di cose con qualche certezza in più.

"Il primo nodo da sciogliere è ovviamente quello riguardante Andrea Belotti. E' impensabile che questa situazione di stallo si protragga ancora a lungo: ne va del bene del Torino, perché Mihajlovic e Petrachi devono sapere che squadra costruire per affrontare il campionato davanti a sè, un campionato che deve vedere il Torino lottare per ottenere qualcosa di meglio dell'aurea mediocrità (intesa come dimensione da metà classifica ma nulla più) degli ultimi tre anni. Se la clausola rescissoria ha avuto il positivo effetto di spaventare molti potenziali acquirenti, ha anche quello negativo di costringere il Toro a rimanere sospeso nel vuoto fino al 31 agosto, termine ultimo in cui è formalmente possibile esercitare il pagamento. Una dead-line anticipata? Magari, ma ci vuole il consenso del giocatore, per forza di cose. Il presidente Cairo ha fatto capire che a Bormio ci sarà un summit col giocatore: quel che conta è che la questione venga sistemata al più presto.

"Si passa poi al mercato in entrata: ci sono i soldi in tasca, ma non ancora gli investimenti che ci si può aspettare. I 35 milioni circa di saldo positivo delle entrate del 2017 (cessioni di Maksimovic, Peres, Jansson e Martinez) permetterebbero certamente al Torino di effettuare quei due innesti tra difesa e centrocampo che servono; due pedine titolari, in grado di dare solidità ed esperienza ad una squadra che ha concluso la stagione scorsa con 66 gol subiti sul groppone. Invece il Torino che parte per Bormio è lo stesso che ha finito la scorsa stagione, con Sirigu al posto di Hart e in difesa Lyanco e Bonifazi al posto di Carlao e Ajeti: due giovani importanti, ma che in due non hanno ancora giocato un minuto in Serie A. Difficilmente ci saremmo aspettati questa situazione, ma il mercato è ancora lungo. Rimaniamo fiduciosi nel fatto che il Torino saprà centrare quei colpi che servono a prescindere dalla permanenza di Belotti (e Duvan Zapata, attaccante che il Torino tratta col Napoli, non è per forza tra questi); e sarebbe cosa buona e giusta che questi innesti arrivassero entro il ritiro di Bormio, in modo da permettere a Mihajlovic di lavorare almeno per tutto agosto con la squadra quasi al completo.

"Tanti nodi da sciogliere, dunque, per il Torino che parte per Bormio. Una cosa è certa: mantenere la squadra dell'anno scorso vorrebbe dire non smantellare la buona base che si è costruita, ma se si vuole lottare per l'Europa servono un paio di pedine titolari in grado di alzare il livello di una rosa che l'anno scorso non è mai riuscita a farlo.