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Episodi, equilibrio, scelte: Europa scusaci, ma non siamo ancora pronti

Rubriche / "No, non è Mario Monti che ti parla, ma un mai cuntent che incarna al meglio lo spirito Toro all’indomani di una sconfitta pareggiosa" ritorna il Mai Cuntent del nostro Stefano Gurlino

Stefano Gurlino

"Cara Europa, scusaci ma non siamo ancora pronti. No, non è Mario Monti che ti parla, ma un mai cuntent che incarna al meglio lo spirito Toro all’indomani di una sconfitta pareggiosa (la Crusca mi capirà…) contro un Milan che se guardiamo bene nella sua interezza è un Torino con gli stessi giovani interessanti, con (quasi) gli stessi bolliti in campo, ma con una differenza sostanziale enorme: un equilibrio mentale non da poco. Intanto, per i calciofili veri: il risultato è giusto. Anzi, menomale che la banda Montella non è una big, perché contro una Lazio qualsiasi l’avremmo pure persa. Loro ingenui come non mai la prima mezz’ora, noi ancora più polli in quel primo quarto d’ora del secondo tempo e pollissimi nel resto dei 90 minuti, quando anche certe scelte di panchina e di campo non è che abbiano contribuito alla riuscita della contro-rimonta della vita.

"Partiamo dall’inizio. Il calcio è fatto di episodi, coefficiente fisso come l’amante di De Sica nei cinepanettoni anni ’90. Se vinci 2-0, hai un rigore a favore e lo sbagli nel peggiore dei modi, cala la concentrazione, l’entusiasmo, il mordente, e inevitabilmente regali un intervallo di quindici minuti agli altri per ricaricarsi e ripartire alla grande. Ed è qui che sta la forza mentale di una squadra. Che consiste in un semplice (ma non poi così banale) ragionamento profuso: “Ok, abbiamo sbagliato: ma ora rientriamo in campo, sappiamo che questi faranno di tutto per riaprirla soprattutto i primi minuti, non perdiamo la testa”. Sinisa lo avrà detto e mi pare tutto fuorchè uno sprovveduto, ma come da copione in quindici minuti sono arrivati il golletto di Bertolacci e un rigore che c’è, è sacrosanto, poche storie. Poi, poi…giù le armi, sia loro che soprattutto noi. Iturbe spericolato e pericoloso (ma è anche vero che deve riprendere minutaggio), Lukic ha già un fisico più accettabile di un Valdifiori che con queste manovre di gioco non serve quasi a niente, la fase difensiva rimane un grosso buco nero. Perché non passare ad un 4-4-2 e un centrocampista in più d’ora in poi quando si vince vista la difficoltà cronica a difendere?

"Siamo tutti allenatori, è vero Sinisa. Ti confesso che ieri nonostante la beffa compiuta mi sei piaciuto. La prima volta, con quel pugno al cartellone che a me sa tanto di calcio alla retorica dell’intervista post-gara, ma questo è un mio parere personale. La seconda, quando hai ammesso le tue colpe: non è da tutti. E tanto che ci siamo, rassegniamoci tutti amici mai cuntent: non siamo ancora pronti per questa Serie A vista dall’alto. Un po’ per struttura, un po’ per il pallone giocato. Siamo una bella realtà italiana, una società che è in grado di rimanere nella massima serie ancora per anni, e allo stesso modo una società che venderà i pezzi migliori al miglior offerente. Per l’Europa, tanto per capirci, servirebbe cavalcare per una volta l’altalena della vita dove tutto gira bene (senza andar troppo lontano, Cerci-Immobile, Darmian, Glik) che ti riporti verso l’alto. Messi come siamo, è un’altalena (ahimè) nel vero senso della parola: senza tanta infamia, ma neanche senza poi così tanta lode