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Mercato Toro, prima dei nomi servono i soldi

Gargarismi / La rubrica di Domenico Catagnano

Domenico Catagnano

 

"Gli esami non finiscono mai, come diceva il grande Edoardo. La citazione è stra-abusata ma quanto mai calzante per il nostro Toro, atteso, in un crescendo batticuore, da Sassuolo (vincere, vincere, vincere!), Bruges (riacchiappiamo l'Europa League dopo la scottante sauna finlandese) e derby (...). Tre esami, diversi per la caratura degli avversari, ma decisivi per capire quanto veramente valiamo. Oddio, un'idea ce la siamo fatta. Al di là dei risultati e di una classifica appena sufficiente, questa squadra non brilla come l'anno scorso, inutile negarlo. Lapidariamente: la difesa tiene ancora, il centrocampo va a corrente alternata e l'attacco soffre di conclamata anemia. Gennaio si avvicina e la necessità di puntellare l'organico è evidente. A posteriori la campagna acquisti estiva è stata più di quantità che di qualità. Quagliarella trascinatore, Bruno Peres lietissima -e sottovalutata, considerato che il brasiliano è rimasto fuori dalla lista europea- sorpresa, Jansonn bella scoperta, e poi ancora troppo fumo, con molte promesse ancora da mantenere. Personalmente avevo scommesso su Benassi, che avrà pure talento ma non ha ancora ingranato.

"Io appartengo a quella metà di noi che farebbe carte false per avere Giovinco. Sì, lo sappiamo che il pedigree gioca a suo sfavore, ma è in cerca di rivalsa (nei confronti dei cuginastri in primis), ha le carte per diventare leader e potrebbe dare la spinta giusta là davanti dove manca un punto di riferimento vero. Segna e fa segnare, e affamati di gol come siamo, ci servirebbe come pochi. Sarà dura averlo, ma proviamoci, proviamoci, proviamoci.

"Sento e leggo altri nomi, tutti di giocatori interessanti che hanno bisogno di un rilancio. Ilicic, Muriel, Zapata, Paloschi... non mi fanno impazzire, sinceramente, ma è ovvio che si cerca la scommessa pagandola poco. Il giochino è riuscito in passato con Cerci (che la Fiorentina voleva sbolognare) e Immobile (che aveva fallito col Genoa), ma non è detto che l'operazione (ri)lancio vada sempre bene (con i dovuti distinguo, leggi alla voce Amauri).

"E allora forse è il caso di uscire da questa dinamica e provare a scommettere su un cavallo più sicuro, piuttosto che sperare in miracolose resurrezioni. Insomma, c'è da chiedersi, ancora una volta, se vogliamo provare a fare questo salto di qualità, se la società vuole investire su questo patrimonio chiamato Toro. Non pretendiamo Messi, ovviamente, ma un giocatore che non sia per forza uno scarto altrui. Come ai bei tempi (lontani, lontanissimi...), cerchiamo di strappare uno che vale alla concorrenza. Altrimenti, se proprio "scarto altrui" deve essere... che sia Giovinco.