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Toro, è l’ora della linea verde

Gargarismi / Il pensiero di Domenico Catagnano

Domenico Catagnano

"L'esultanza liberatoria di Cerci dopo il ritorno al gol col Cagliari è una delle immagini più belle di questo campionato granata. Il nostro Pupetto che gioisce neanche avesse segnato la rete decisiva nella finale di Champions League mette a tacere gli scettici e rilancia, se mai ce ne fosse bisogno, le sue ambizioni azzurre. Toccherà a Prandelli trovargli la giusta collocazione in campo, perché se è in giornata è inarrestabile, devastante, fondamentale.

"Lo abbiamo già scritto e lo ribadiamo: in questa stagione dove dovevamo salvarci ma siamo arrivati a solleticare le grandi del torneo per poi essere risucchiati nel gruppone di centroclassifica pur rimanendo in una zona tranquilla della graduatoria (e mannaggia, perché senza qualche punto perso come sappiamo saremmo ancora lì, a giocarci un posto per l'Europa League), dobbiamo mettercela tutta per tinteggiare di granata il mondiale brasiliano. Tutti per Cerci, Immobile e, perché no, Darmian. Dobbiamo scendere in campo senza aver nulla da perdere, giocare a viso aperto, con la consapevolezza che il traguardo di inizio campionato è stato raggiunto e ora, tutto quello che viene, è guadagnato.

"Un Toro d'attacco, quindi, ma non solo. Vogliamo un Toro che approfitti di questa fase del torneo per lanciare alcuni dei fantastici giovani della Primavera che stanno dominando il loro campionato. Un undici che ha mantenuto l'imbattibilità per 21 partite di campionato, che ha un vantaggio abissale sulla seconda e che, ovviamente, è in pole position per poter ambire allo scudetto primavera. Ormai i nostri ragazzotti sono lanciati verso il girone finale di giugno dove si giocheranno il titolo, e in questi due mesi sarebbe bello premiare qualcuno di loro facendolo esordire in prima squadra.

"Ci piace pensare a un Toro del futuro più autarchico, che i campioni se li costruisce in casa, e quest'anno di giovani sui quali puntare ce ne sono parecchi, da Barreca ad Aramu, giusto per fermarci ai primi due nomi che ci vengono in mente. Dobbiamo cominciare a mettere un piede nel futuro, ora che il presente ce ne dà la possibilità. Speriamo che anche Ventura se ne renda conto.