gazzanet

Giù dall’ottovolante

Maicuntent / Perdere un derby fa sempre male, anche ad esserci abituati. E riporta tutti per terra

Stefano Gurlino

""Di derby ne ho già visti e persi tanti" mi dice Alberto con voce roca e sconfitta, canellese e granata doc. E fin qui, non possiamo minimamente contestare. Il problema è che Alberto non ha ancora versato un anno di contributi. Insomma, noi giovani mai cuntent e i derby siamo come la storiella della regina del Celebrità di Max Pezzali: bella, bellissima da vedere, ma che alla fine si concede sempre ad altri. E gli altri sono sempre loro: con quelle maglie orribili, con un confetto al posto dello stadio, con la fortuna che solo chi è forte davvero sa accaparrarsi.

"Ecco, lasciamo stare la retorica da pc e partiamo da un concetto chiave: sono i più forti. Magari non la macchina indistruttibile che erano quando li allenava Conte, ma un’antipatica Ferrari che Allegri guida non proprio con maestria ma con grande furbizia e, cosa a noi ignota, un'indomabile esperienza. Si, perché il calcio, oltre agli episodi, lo si fa con gli occhi di chi è partito (tanto per fare un paragone) da un -20 per arrivare a 100. E così, se possiamo accettare l'idea di far calciare lungo un pallone da Chiellini a sette minuti dalla fine, amaro è lo scotto da pagare se questo pallone, tutto solo, lo si fa stoppare, girare e poi calciare da Higuain, mica Pellicori. Ma guai a dare colpe a "chi": perché è quando ti soffiano la merenda sotto il naso che poi il giorno dopo capisci di doverla nascondere per bene. E per tornare al paragone di prima, il nostro Barreca, ieri pomeriggio, alle 17, non ha fatto altro che togliere dai suoi gettoni quel "-20". Perché al 100, questo ragazzo, ci arriva e arriverà eccome. Così come il Baselli bello nell'assist quanto brutto con quel pallone fatale perso a metà campo; come lo Zappacosta dinamico e impreciso; come un "100" (milioni) vero quale Belotti, così "goffo" quanto letale, implacabile, dal cuore enorme che piace a noi.

"Ma la sconfitta di ieri è riassumibile così: giù dall'ottovolante. Giù dalla giostra tutti, anche se la caduta fa meno male del solito. Giù dal trenino Iago Falque, folletto (quando vuole) devastante e (troppe volte) discontinuo. Giù dal carro la retroguardia, specie una coppia centrale certamente troppo abbandonata a se stessa ma troppo, troppo colabrodo. E giù dal trenino anche te, Sinisa. Hai avuto il merito di capire dove ti trovi da luglio, domanda che il tuo predecessore non si è mai posto più di tanto, ma stai attento: le lune di miele finiscono presto. Poi parte il matrimonio, quello vero. Va bene portare il pubblico a stretto contatto coi ragazzi, ma lo stesso pubblico va tutelato davanti quelle terribili arpie che siamo noi media. Col popolo (granata) ci fai la rivoluzione, col populismo la rivoluzione la fai da casa. E certi colpi di teatro, ahinoi, portano più sfiga della poi effettiva profezia del grande Socrates, quello del: "So già il risultato, ma non lo dico per spocchiosità". Socrates, in realtà sto risultato lo sapevamo già tutti. Basta(va) solo chiudere gli occhi e sognare di essere un mai cuntent.