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Abolire fuorigioco e rigori: solo un’illusione di giustizia?

Alessandro Costantino

"Emanuela, Osvaldo, Rosario sono i nomi di alcuni tifosi granata che ci hanno scritto nelle settimane scorse per esternare un pensiero che è trasversale a tutto il tifo torinista: la misura è colma, siamo stufi delle solite ingiustizie che settimanalmente si vedono sui campi di calcio, in particolare quando gioca il Toro. Cariche di passione sportiva, ma avvelenate dallo sdegno alimentato da anni di decisioni avverse, dal tipico metro di valutazione del "due pesi, due misure", dalle regole che valgono solo per alcuni e dalle numerose eccezioni che si fanno sistematicamente per i soliti noti. Le lettere dei nostri amici sono state indirizzate a Toronews perchè facesse da cassa di risonanza per condividere con il popolo granata il proprio grido di frustrazione nato da una situazione che sembra non aver mai fine.

"Emanuela, la cui passione per il Toro è così grande che dopo una vita passata a vedere le partite nei distinti, a 47 anni, per sentirsi ancora più coinvolta dal cuore pulsante del tifo granata, si è trasferita in Curva Maratona, così come Rosario, che è un "ragazzino" di 73 anni "malato" di Toro, non usano mezzi termini e definiscono "una vergogna" le continue decisioni arbitrali che spesso penalizzano i ragazzi di Ventura. Osvaldo da Pescara ironicamente si chiede "come mai se gli arbitri sono in buona fede non gli capita mai di sbagliare a favore del Toro" e ci racconta che all'epoca di Roma-Torino dell'andata era in Venezuela e il commentatore della tv venezuelana continuava a ripetere che il rigore assegnato ai giallorossi, nonostante i numerosi replay, proprio non riusciva a vederlo.

"Sono solo esempi del tenore delle missive, ma è chiaro che quasi universalmente dal mondo granata (oltre che dalla stragrande maggioranza degli sportivi che non tifano per le tre “strisciate”) si stia alzando la richiesta di un calcio più giusto e che lasci ai meri valori delle prestazioni sportive la determinazione dei risultati. Come mia abitudine, non amando cavalcare la protesta fine a sé stessa, preferisco rispondere indirettamente ai nostri amici provando a fare una breve analisi di cosa si potrebbe fare per rendere il mondo del calcio, se non un posto migliore, almeno un ambiente meno sperequato.

"D'altronde tutto si evolve e quasi tutti gli sport adeguano le proprie regole all'evolversi delle prestazioni degli atleti o del tatticismo che ne frena il gioco. E' successo al basket con l'istituzione del tiro da tre punti o del limite dei 24 secondi per le azioni offensive e alla pallavolo con l'avvento del rally point system, l'inserimento del tie-break e l'abolizione del net sul servizio. Non c'è ragione perchè anche il calcio non attui una semplificazione in nome dello spettacolo sì, ma anche al fine di aiutare gli arbitri a garantire maggiore equità alle gare.

"Se poi si guarda però a chi è demandato tale compito, cioè l'International Football Board nato nel 1886 e costituito per metà da membri delle federazioni britanniche e per metà da membri della Fifa, si capisce perchè eventuali nuove regole faranno fatica anche solo ad essere pensate. Sarebbe come chiedere al Parlamento italiano di tagliare i costi della politica...

"Alessandro Costantino

"Twitter: AleCostantino74