columnist

Buon Natale, Toro

Lavata di Capo / Il pensiero (e gli auguri) di Mario Giordano

Mario Giordano

"Buon Natale alla tua storia, al tuo passato, e finalmente un po' buon Natale anche al nostro presente. Buon Natale perché per la prima volta, dopo anni, siamo orgogliosi di questi ragazzi, buon Natale perché possiamo parlare di gemelli del gol senza doverci vergognare, buon Natale perché dopo tanto tempo abbiamo rotto quella maledizione che i giocatori erano tutti fenomeni finché stavano da altre parti, poi arrivavano da noi ed erano brocchi. Buon Natale perché adesso chiunque giochi nel Torino sa quel che deve fare, anche quando sbaglia ha un perché.

"Quello che mi ha impressionato della vittoria del Chievo non sono le meraviglie di Ciro, gli assist di Cerci, gli interventi perfetti di Moretti (il mio amico genoano Donelli me l'aveva detto quest'estate: è un ragazzo straordinario, state facendo un grande acquisto, e come al solito ci aveva azzeccato). Quello che mi ha impressionato della vittoria del Chievo è che mancavano tre giocatori tra i più in forma del momento: Farnerud, El Kaddouri e D'Ambrosio, tutti assenti per motivi diversi, e non ce ne siamo nemmeno accorti.Forse è questo quello che si dice: un progetto. Maksimovic lanciato al momento giusto sembra un veterano, Darmian è una colonna (per me da Nazionale), il centrocampo come lo metti lo metti alla fine gira sempre bene. Il merito, ovvio, è di Ventura. Il mister se la prende sempre quando i tifosi granata si lamentano. Eppure ci ha saputi capire benissimo, fin dall'inizio: sa che dietro la nostra impazienza c'è la passione, dietro l'irritazione c'è la nostra tradizione, sa che questa piazza è grande proprio perché è difficile, è memorabile proprio perché è diversa da tutte le altre. Ma proprio per questo vale la pena costruire qualcosa di grande: forse ce la stiamo facendo. E' il nostro augurio per Natale. E' il nostro grazie per Natale. A un grande mister, perché resti con noi a lungo. Al nostro grande presidente (abbiate il coraggio di dirlo ora:grande presidente) perché gli faccia firmare un contratto per i prossimi 50 anni.