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Quando la pazzia diventa normale

Lo Psicologo del Toro / I granata domenica hanno disputato un'altra gara non adatta ai deboli di cuore, ormai questo è diventato una normalità

Riccardo Agnello

Domenica è andata in scena un'altra partita pazza di una stagione a dir poco rocambolesca. Ennesimo pareggio con tanti gol, ennesima rimonta ed ennesimo Toro a 2 volti, capace tanto di errori grossolani che ne hanno compromesso la classifica, quanto di grandi giocate che aumentano i rimpianti. Contro i friulani il copione è lo stesso del resto della stagione: il Toro attacca a folate, si rende spesso pericoloso (2 legni a portiere battuto) ma poi va in seria difficoltà ogni volta che l'Udinese supera la metà campo ed infatti a metà secondo tempo si ritrova sotto 0-2. La reazione è veemente tanto che nel giro di un quarto d'ora i ragazzi di Miha prima accorciano  con il veterano Moretti (peraltro fresco di rinnovo), e poi trovano il pari col solito gallo Belotti.

La cosa che però mi ha colpito è stata la naturalezza con cui un mio paziente mi ha raccontato la partita nel mio studio. Purtroppo non ho potuto andare allo stadio e l'assenza di connessione a internet mi ha impedito di guardare la partita, così, come sempre accade in questi casi, obbligo i miei pazienti a farmi una specie di riassunto dettagliato del match. In questo caso l'incaricato al racconto ha iniziato la narrazione dicendo: "Mah, niente di che, solito 2-2, solita partita pazza, tutto normale". Effettivamente quest'anno il Toro ci ha fatto vedere una serie di partite davvero incredibili in cui ha fatto e subito rimonte assurde: situazioni in cui dominava e di colpo ha staccato la spina, situazioni in cui sembrava morto e sepolto e invece è risorto ribaltanto il risultato, insomma ce n'è di tutti i gusti. Sviluppando questo argomento il mio paziente ha poi aggiunto che, forse, farebbe più notizia uno 0-0 con poche emozioni, e che ormai questo tipo di partite, quest'anno, sono all'ordine del giorno.

Personalmente mi auguro che questo trend continui anche nel resto della stagione, chiaramente auspicandomi una media punti più alta, ma spero che di qua al termine della stagione, anche se privi di obiettivi, i ragazzi continuino a farci vedere delle partite pazze e spesso non adatte ai deboli di cuori (che, però, si concludano un po' più spesso con una vittoria...)

Alla prossima dal vostro Psicologo del Toro!

Laureato in Economia, gestisco un negoziondi caffè che trasformo clandestinamente in uno studio in cui esercito la professione di psicologo dedicato ai miei compagni di tifo; 30 anni, da 24 abbonato in maratona ho imparato a comprendere il comportamento di ogni singolo fenotipo di tifoso del Toro e mi diverto ad analizzarlo. Al quinto anno sulle colonne di TN, ecco a voi lo Psicologo del Toro!