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Rampanti: “Iago e Ljajic hanno scoperto cos’è il Toro. Belotti? Troppe pressioni…”

Parola al Mister / Il nostro Serino Rampanti commenta Chievo-Torino 1-3: "Bella prestazione di squadra. Baselli, Ljajic e Iago sono i giocatori in più. E pensare che a luglio..."

Lorenzo Bonansea

"Come ogni lunedì, abbiamo voluto dare la "Parola al Mister" Rosario Rampanti, ex giocatore e allenatore granata, oltre che apprezzatissimo opinionista e neo vice-Presidente del CdA della Fondazione Filadelfia.

"Serino, a Verona il Toro ha centrato la seconda vittoria in trasferta consecutiva, e - come a Cagliari - questa è arrivata disponendosi con il 4-2-3-1. Non può essere un caso.

"No, non lo è. Vuol dire che questa disposizione in campo funziona, ed arriva dopo una lunga ricerca che è durata tante tante partite. Si è trovato il bandolo, ed è un buon traguardo. Grande differenza rispetto a  Cagliari? Si, questa volta la squadra ha fatto una gran bella partita, con giocatori che han fatto "cantare la palla": parlo di Ljajic, di Iago e di Baselli. Sono loro tre ad avere le qualità per esaltare la squadra. E' mancata solo la finalizzazione di Belotti...

"Parlando del Gallo: non credi che queste pressioni da parte di tutto l'ambiente sulla sua rincorsa allo scettro di capocannonire stiano un po' danneggiando le prestazioni e (a volte) anche l'atteggiamento di Belotti? Rimane comunque un fattore unico all'interno della squadra, sia chiaro.

"Parlare sempre di Belotti che "deve segnare eccetera eccetera" è dannoso: è come se tu creassi un obiettivo su cui si concentrano anche gli avverari, e il passaggio forzato non è mai lineare. Prima le giocate per Belotti e di Belotti venivano naturali, se si affrontano così vengono automatiche e non sono più così funzionali alla squadra. Quando tu vuoi per forza far fare gol ad un tuo compagno, non funziona il meccanismo: ti si ritorce contro questo atteggiamento. E infatti sta succedendo un po' questo: guai a continuare a caricare di pressioni il giocatore pubblicamente, perché è controproducente questa situazione. Prestazione di Belotti? Io l'ho sempre stimato e lo sanno tutti, anche per il suo aiuto alla squadra. Però mi piacerebbe che esultasse anche quando fanno gol i compagni, mentre sulla rete di Iago non l'ho visto. Il gioco di squadra è fondamentale, e Belotti non deve abbassare l'entusiasmo verso questo aspetto.

"Parlando di singoli, Iago Falque, Baselli e Ljajic hanno alzato l'asticella in maniera clamorosa. Se si pensa che in estate i due ex Roma parevano quasi "forzati" con la maglia granata, ora fa davvero piacere vederli così dentro al progetto e all'amalgama.

"Sono tre giocatori che si sono adattati alla grande ad avere caratteristiche diverse. E su Iago e Ljajic occorre fare un'importante riflessione. Il primo da ragazzino era un fenomeno, eccezionale, un enfant prodige, che poi si è un po' perso. E adesso, con la maturità, sta tirando fuori quello che ha dentro: lui sta completando la maturazione di un grande giocatore, arrivando a dimostrare a tutti - di nuovo - il perché il Barcellona aveva puntato su di lui. Bisogna capire che si sta parlando di un giocatore eccezionale: vammi a trovare un altro esterno con quelle caratteristiche capace di segnare per altro 11 gol. E inizialmente non c'è stata tutta quella considerazione, sbagliando.

"E su Ljajic, invece? Le sua presa di coscienza in conferenza stampa e le sue ripetute prestazioni positive e al servizio della squadra non possono che far piacere.

"Ljajic si è trasformato. La dichiarazione che ha fatto dove si prende le responsabilità dimostra che ha raggiunto la piena consapevolezza dei propri mezzi, anche grazie al ruolo nuovo. Si è reso conto - come Iago - di essersi trovato in un grosso club, che sta operando bene e che se riesce a tenere i migliori crescerà come potenziale. E piano piano comincia a sentire la vicinanza dei tifosi: perché in campo senti tutto, e quando i tuoi sostenitori mugugnano troppo non è mai facile. Si può dire che Iago e Ljajic hanno scoperto il Toro, si sono resi conto che cos'è il Torino, e lo hanno sposato. La bellezza di questa squadra, del suo gioco, dipende da come trattano la palla loro e Baselli: e se si vuole diventare competitvi, bisogna tenere loro tre e Belotti, e costruire la squadra intorno a questi 4 giocatori.E Baselli tra questi sarebbe un peccato perderlo, perché riuscirà a crescere ancora, arriverà ad essere un vero tuttocampista. Già adesso potrebbe giocare in una una grande squadra....

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"Un giudizio, poi, sulla partita di Boyé: che consiglio ti sentiresti di dare al giovane argentino?

"A me piace molto come giocatore, ma come tutti i giovani possiede naturalmente ampi margini di miglioramento. Deve riuscire a semplificare la sua azione, i suggerimenti che davo a Vieri (portato a Torino proprio da Rampanti ndr)- in questo caso - calzano a pennello: quando si gioca all'altezza della metacampo è inutile disperdere troppe energie, si controlla e si distribuisce subito il pallone: perché se perdi troppe energie a gestire il pallone, poi non sei lucido quando sei vicino all'area. E gli manca ancora questo: perché è troppo poco lineare quando lavora lontano dalla porta e trova poi difficoltà quando arriva vicino all'area, faticando a concludere. Quando troverà questa linearità in appoggio riuscirà anche ad essere più efficace in fase conclusiva. Ed è il consiglio che davo anche a Bobo Vieri. Io gli ho insegmato poche cose a Vieri, e una di queste è di non disperdere energie per mantenerla in fase di conclusione.

"Passiamo, poi, ai cursori: è stata la giornata del ritorno di Avelar, ma anche dell'infortunio di De Silvestri dopo appena 24' di gioco...

"Ho manifestato le mie perplessità sulla contemporanea messa in campo di Avelar e De Silvestri, e secondo me è stato un azzardo. Non giocavano da mesi, e infatti si è rilevato tale. De Silvestri ha una struttura fisica difficile da gestire, è uno di quei giocatori che se salta una gara poi il rendimento diventa problematico. Su Avelar, solo belle cose: ha fatto una buonissima prestazione, dopo tanto tempo. Da oggetto misterioso, si è disimpegnato molto bene. Ora le sperimentazioni continuano, e per il momento stan dando anche bei risultati.

"In settimana abbiamo presentato un confronto tra girone di andata e girone di ritorno. Numeri alla mano, risulta evidente come questo Toro avrebbe sicuramente potuto raccogliere qualcosa in più rispetto a quanto poi effettivamente fatto.

"Sì, si poteva fare di più, io ero molto ottimista in questo senso ad inizio stagione. Errare è umano, e si sono fatti tanti errori, ma s'impara da queste cose. Adesso si stanno tappando le lacune, ci è voluto un po' per capire le qualità di certi giocatori, il mister era nuovo e non è mai molto semplice, ma adesso il futuro ci dirà molte cose. Certo, se si lascia partire qualche giocatore importante, allora diventa una continua ricerca infinita. Bisogna continuare a credere nell'eccezionalità di certi giocatori (vedi Baselli, Ljajic, Iago e Belotti), e intorno a questi formare un organico di alto livello. Il Toro è maturo per ambire a certi livelli. E le colpe per quello che si è sbagliato ssono un po' da ripartire su tutti. Guardiamo avanti...

"Infine, una battuta sull'importante nomina di cui sei stato investito negli scorsi giorni: essere vice-Presidente del CdA della Fondazione Filadelfia non è cosa da tutti.

"E' un grande orgoglio ed onore per me ricevere questo attestato di stima, anche da parte della regione, con il Presidente Chiamparino che ha deciso di scegliere me. Io sono il giocatore vivente che ha giocato più partite al Filadelfia, da quando ero bambino, a quando sono diventato giocatore e poi allenatore, e sono anche tra quelli che ha vinto molto lì dentro (4 titoli con la Primavera), e questo - tra le altre cose - mi ha dato i titoli per meritarmi la nomina. E' un grande onore e un grande piacere.