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Toro, così non ci siamo

Il pubblico granata presente al "Braglia" di Modena

Le Saldature / Il pensiero del nostro Beppe Pagliano dopo la sconfitta del Toro contro il Carpi

Beppe Pagliano

"Sono più di 38 anni che il Toro non è solitario in vetta alla classifica e sabato sera si presentava la possibilità di esserlo almeno per una notte.

"Credo che ognuno di noi aspetti questo momento da una vita, io stesso, pur essendo un pessimista di professione immaginavo come avrei festeggiato un successo in quel di Carpi, mi vedevo già leggere e rileggere la classifica in compagnia di mio figlio che mi avrebbe ripetuto per tutta la sera che il Toro è la squadra più forte e bella di tutto il mondo.

"Era una occasione più che ghiotta, era uno di quei treni da prendere al volo perché non sai quando ripasseranno un’altra volta, in campo doveva scendere un Toro furente, un Toro che voleva vincere senza se e senza ma, invece….

"Invece in campo è scesa una squadra senza voglia, senza carattere, senza cuore, una squadra che non ci ha resi orgogliosi, una squadra che non ha minimamente capito la portata storica di quello che poteva essere e non è stato. Ma cerchiamo ora con un minimo di razionalità, che il mio essere tifoso mi consente, di analizzare cosa non funziona in questo Toro.

"Gli infortuni sono molti e su questo non ci piove, sicuramente questo non aiuta, ma dopo la partita contro la Sampdoria qualcosa non ha più funzionato, ma quello che è inaccettabile è la mollezza e la mancanza di grinta.

"Personalmente mi sono stufato di sentire dire che l’atteggiamento mentale con cui la squadra ha giocato non era quello giusto, credo che nessuno di noi possa permettersi di giustificare un suo scarso impegno sul posto di lavoro con una affermazione simile e se anche fosse così chi ha il dovere di motivare i giocatori?

"Veniamo ora ai valori tecnici della squadra, nessuno e dico nessuno, può affermare che il Carpi potesse essere in qualche modo superiore al Toro pur incerottato di sabato sera, quindi nessun alibi per la debacle subita.

"Ed allora perché quando bisogna decollare questo squadra rimane a terra? Quali sono i motivi per cui non si riesce ad acquisire una mentalità vincente, perché non si vuole conquistare l’impossibile, perché nessuno in società sogna in grande?

"Ed ora vorrei concludere rivolgendomi a Mister Ventura il quale  la settimana scorsa è, a mio avviso, caduto in una trappola tesagli dai giornalisti di Sky. Alla domanda in cui gli si chiedeva di stilare la super squadra allenata durante la sua carriera, il tecnico genovese snocciolava undici nomi. Per carità tutto giusto e condivisibile, ma chissà come si sono sentiti i vari Glik, Maksimovic, Moretti, Bruno Peres e Quagliarella che si sono visti esclusi da questa formazione ideale, ebbene da Ventura, vista l’età e l’esperienza, mi sarei aspettato che glissasse su questo tipo di domanda, affermando che non era possibile rispondere in modo adeguato ad un quesito simile e che in fondo per lui tutti questi ragazzi erano un po’ figli suoi.

"Ed ora godiamoci questa sosta che arriva veramente al momento giusto, speriamo che alla ripresa del campionato qualche infortunato sia nuovamente abile ed arruolato e soprattutto che lo spirito in campo sia nuovamente quello giusto.