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Torino, a volte ritornano

Lo Psicologo Granata / La rubrica del nostro Riccardo Agnello

Riccardo Agnello

"Non è il salvatore della patria, questo è ovvio, ma sicuramente Ciro Immobile, in questo momento, al Toro serve come il pane. La squadra attraversa un periodo in cui qualcosa si è inceppato nei meccanismi offensivi e buttarla dentro sembra diventato più difficile che scalare l'Everest, inoltre si deve aggiungere la rottura (momentanea o definitiva che sia) tra la piazza e Quagliarella, che non fa altro che acutizzare il problema portando ad una vera e propria crisi di risultati che, qui a Torino, non si vedeva da un po' di anni.

"L'accoglienza, per il figliol prodigo Ciro è stata delle migliori, con tanto di folla in tarda serata ad attenderlo all'aeroporto di Caselle con cori ed applausi; insomma il popolo granata sembra averlo "perdonato" su due piedi per aver lasciato il Toro un anno e mezzo fa per seguire le sue ambizioni di carriera. Per una volta, quasi tutto i tifosi granata si trovano concordi nel dire: Immobile Sì!

"Ad essere sincero, però, un po' me lo aspettavo, infatti, come mi aveva fatto giustamente notare un mio amico e paziente qualche giorno prima, nei momenti di crisi non c'è tempo per il contorno, conta la sostanza, e la sostanza in questo caso è che il Toro si assicura uno dei migliori attaccanti italiani sul mercato e risolve (o almeno ci prova) i suoi problemi in fase offensiva, il resto è aria fritta. Al Toro servono i gol di Ciro Immobile ed a Ciro Immobile serve il Toro per riscattarsi e tornare il campione che tutti abbiamo conosciuto; due necessità che si incontrano alla perfezione, con la speranza, per noi tifosi, che questo sodalizio porti gol e risultati.

"Personalmente ritengo che la società abbia fatto un grandissimo colpo che darà i suoi frutti, e se dovesse rimanere anche Quagliarella (piazza permettendo) il Toro si ritroverebbe ad avere un potenziale offensivo enorme