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Toro, cosa ci dicono i primi segnali dal mercato

Il Granata della Porta Accanto / La rubrica di Alessandro Costantino: “Tante idee, alcune buone, altre meno. Ci sono il tempo ed il denaro per operare bene”

Alessandro Costantino

"Ci sono retaggi ed usanze che poco hanno a che fare con il buonsenso e l'avanzare della modernità che quasi si stenta a comprendere come possano sopravvivere. Prendiamo ad esempio l'inizio del calciomercato. Di solito è fissato al principio di luglio, ma tutti noi sappiamo che gli affari iniziano al triplice fischio dell'ultima giornata di campionato. Ed alcuni pure prima… Ora,  se un tempo i contratti si firmavano stringendo la mano al presidente e scadevano il 30 giugno tutto questo poteva ancora avere un senso, ma oggi che i contratti valgono meno della carta su cui sono stampati e il mercato non si ferma mai che senso ha attendere più di un mese dalla fine del campionato per l'inizio ufficiale delle contrattazioni?

"Fatta questa logica premessa, i primi abbozzamenti di trattative hanno visto anche il Toro muoversi (e non solo in senso figurato dal momento che Petrachi è in Brasile) per sondare possibili rinforzi. Al netto delle voci false e incontrollate tipiche del calciomercato, le prime sensazioni sono contrastanti. Si oscilla da operazioni sulla carta buone perché ragionate ad altre di cui si fa fatica a capire il perché. Quante, di entrambe le categorie, si realizzeranno è difficile da stimare, ma allo stato attuale si può già provare a capire dove vuole andare a parare la società.

"I potenziali colpi Verissimo e Barkok sono operazioni mediamente onerose “alla Lyanco” per capirci: elementi giovani ma già sufficientemente rodati nel calcio dei “grandi” che possono essere determinanti se rispettano le aspettative di crescita. E che possono garantire corpose plusvalenze future. Ripeto, non voglio volutamente entrare nel merito del singolo giocatore, ma solo catalogare le eventuali operazioni di mercato inquadrandole in una strategia, se esiste. Ad esempio un giocatore come Verissimo alle cifre che si sentono (sui 9 milioni) più che una scommessa mi “puzza “  di sostituto di Lyanco o Bonifazi nell'ottica che entrambi, o uno dei due, non diano le giuste garanzie tecniche (nel caso di Bonifazi) o fisiche (nel caso di Lyanco).

"Il nome di Joel Pereira, invece, portiere dell’Under 21 portoghese e in forza allo United credo che circoli solo per cautelarsi nel caso di un eventuale partenza di Sirigu (Napoli?), altrimenti non si spiegherebbe la necessità di investire su di un numero uno avendone già di giovani e di buona prospettiva come Milinkovic-Savic, Cucchietti e Zaccagno.

"Più preoccupante, secondo me, l'idea di prendere Zaza a quindici milioni. Innanzitutto è un giocatore poco gradito alla piazza, in secondo luogo come vice Belotti avrebbe poco senso, per cui il fatto che il Torino sia interessato - a quanto si vocifera - all'attaccante ex Sassuolo indica che la permanenza di Belotti non è così certa. E non è una buona notizia… Ma sull'attacco molto dipenderà da come si comporteranno Niang e Ljajic al Mondiale, in particolare se attireranno le attenzioni del mercato.

"Bene l'idea Sarr dal Marsiglia (ci vuole un terzino destro giovane, forte e pronto), così così l'idea di far partire Barreca, accettabile solo se sarà in prestito. Continuo a non vedere grandi movimenti per il centrocampo, il reparto che invece avrebbe bisogno di un paio di innesti a doppia cifra (inteso come milioni da spendere…). Il tesoretto c'è, siamo solo all'inizio del mercato, vedrete che stavolta faremo una rosa equilibrata e competitiva. Sono troppo ottimista?

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"Da tempo opinionista di Toro News, dò voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.