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Toro, fine dei giochi: adios Europa

L'editoriale di Gino Strippoli / Granata dai due volti sconfitti a Roma per 3-0 fanno saltare l'obiettivo stagionale

Gino Strippoli

"Nuovamente senza Europa. Con la sconfitta per tre a zero subita ieri sera contro la Roma, i granata allenati da Mazzarri spengono per sempre quella piccola fiammella che ancora era accesa e che era una speranza seppur flebile di arrivare in Europa. Salta l'obiettivo che si era prefissato il presidente Cairo e il direttore sportivo Petrachi sin dal ritiro precampionato. Adesso la stagione si preannuncia senza obiettivi se non quelli di dare spazio ai giovani e valutarli per la prossima stagione.

Una stagione, per adesso, buttata al vento anche dal punto di vista economico dato che il valore dell' attuale Andrea Belotti è destinato a scendere sempre più in basso viste anche le condizioni in cui gioca l'attaccante, che pare abbia perso fiducia nei suoi mezzi. Il ragazzo cerca ma non trova mai lo spunto che lo scorso anno aveva anche nel rincorrere i palloni sui piedi degli avversari, caratteristica saliente del giocatore.

Un Toro, quello di ieri, che va lodato per come ha giocato nel primo tempo, tanto che il numero uno della Roma Allison è stato l'unico estremo difensore che si è dovuto superare sui tiri di Falque e di Acquah mentre Sirigu per tutti i primi 45 minuti ha dovuto sbrigare l'ordinaria amministrazione. Granata che hanno avuto ragione dell'avversario chiudendo bene gli spazi per poi ripartire con improvvise verticalizzazioni che hanno messo più volte in difficoltà i giallorossi. Insomma, un buon Toro, ma poi... Già, poi inizia il secondo tempo e i granata misteriosamente si sciolgono come neve al sole. La Roma che parte immediatamente in attacco e il Toro che non riesce più ad arginare come aveva fatto nel primo tempo, per di più senza mai creare gioco è pericoli in avanti.

Nascono così i tre gol con marcature troppo larghe e giallorossi liberi di segnare tranquillamente.

Davvero un cambio di marcia granata dei granata nei due tempi che non trova giustificazioni. A parte Baselli e Falque non c'è nessuno in squadra che sappia accendere la luce, che sappia inventare un qualcosa che sia degno di nota. Il cambio tra Falque e Niang non ha portato alcun risultato, anzi forse con lo spagnolo qualcosa si poteva creare. Invece il Toro ha arretrato nettamente il suo baricentro facendosi chiudere inesorabilmente dalla Roma che poi ha giocato come ha voluto. Un peccato, visti i primi 45 minuti dove i giallorossi hanno ballato in difesa più volte e non sono apparsi trascendentali, ma si sa: è il Toro a rendere facili le vittorie degli avversari più che la forza degli stessi.