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La Primavera è già grande, ora Millico & co. possono godersi il primato

Primavera / Maturità, cinismo e concretezza: ecco i segreti del successo della squadra di Coppitelli. E ci sono ancora margini di miglioramento

Nicolò Muggianu

La Primavera è diventata grande. Ennesima prova di maturità superata dalla squadra di Coppitelli che, dopo la sconfitta della capolista Atalanta in casa dell'Inter, non ha tremato a Reggio Emilia. E ha anzi vinto senza lasciare spazio all'immaginazione: 0-3 al Sassuolo e vetta della classifica agguantata. Un processo di crescita costante quello intrapreso dai granata che, dalla sconfitta contro il Milan in poi, ha collezionato una serie di risultati utili impressionanti: 9 vittorie e un pareggio (contro l'Atalanta a Zingonia) nelle ultime dieci giornate tra campionato e Coppa Italia. Numeri che permettono di sognare in grande, ma che allo stesso tempo danno la reale dimensione di una squadra sempre più matura e con un'identità precisa.

I SEGRETI - Ora non bisogna montarsi la testa, ma nemmeno porre freno ai sogni e alla voglia di migliorare ancora. Da un lato c'è la consapevolezza dei propri mezzi e delle proprie potenzialità, dall'altra quella dei propri limiti. Quello che è emerso - dalle ultime due partite in particolare - è che il Torino, anche se non gioca il suo miglior calcio, può battere chiunque e può farlo agevolmente. Il 4-0 all'Inter campione uscente prima della pausa è stato un primo importante indizio e la vittoria per 0-3 di ieri la conferma che un po' tutti si aspettavano. Maturità, cinismo e concretezza: sono queste le doti su cui la Primavera ha costruito il suo primato.

MILLICO - Una squadra che può contare anche su grandi individualità. È il gruppo la vera forza: da Gemello a Ferigra, fino ad Adopo, De Angelis, Kone e Rauti. Questa squadra sembra essere nata per giocare insieme in un 4-3-1-2 costruito da Coppitelli che calza alla perfezione. E se in attacco c'è un giocatore che mette a segno 21 gol in 14 partite allora è tutto più facile. I numeri di Vincenzo Millico sono da fantascienza, numeri che non si erano mai visti nella Primavera granata. Simili solo a quelli ottenuti lo scorso anno da Musa Barrow, che nell'Atalanta ne realizzò 23 in 18 giornate. Il gambiano finì poi la stagione da protagonista in Serie A e chissà che Millico non possa sperare lo stesso epilogo. Non c'è fretta certo, ma il futuro è tutto dalla sua parte.