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Toro, parla Benini: ‘A Gyasi dico sempre: ricorda da dove sei venuto’

Una favola a lieto fine, ma soltanto al primo capitolo: così abbiamo...

Diego Fornero

Una favola a lieto fine, ma soltanto al primo capitolo: così abbiamo definito la storia di Emmanuel Gyasi, talento della Primavera del Torino che si è appena legato alla società granata con il primo contratto quadriennale da professionista.Per farcela raccontare ancora più da vicino, abbiamo avuto modo di incontrare Alessandro Benini, Avvocato ed agente del giocatore, che ha conosciuto neanche tredicenne sui campetti del Pecetto, dove lo stesso Benini giocava in prima squadra. "Mi ha impressionato immediatamente" - Ci racconta - "A parte le doti fisiche, già da ragazzino aveva la mentalità da giocatore, leader della sua formazione, si caricava la squadra sulle spalle e dava il 100% in campo: ho capito subito che avrebbe potuto far bene, e non ci hanno messo molto a capirlo anche le grandi squadre, su tutte il Torino. Con Comi, avendo giocato a calcio nel "suo" Chieri, non è stato difficile fare l'operazione, e così nel 2009 il Torino si è portato a casa "Ima" (perché per me, come per tutti, lui rimane "Ima"), compiendo una grande scelta in prospettiva".Un cammino, quello in granata, che non è stato sempre facile: "Ho dovuto lavorare molto col Torino affinché riconoscessero al ragazzo un contributo per mandarlo a scuola, e farlo studiare. Ai ragazzi che seguo dico sempre: fino a 18 anni non potete non studiare, se decidete di non farlo... Potete anche farvi seguire da qualcun altro. Con Ima ha funzionato fino alla maggiore età, poi... Abbiamo capito che poteva, e doveva, fare il calciatore". Decisiva per la crescita del ragazzo la stagione in prestito alla Pro Vercelli, in Berretti, nel 2011/2012: "Una stagione di grande responsabilità, in cui è maturato molto, sotto la guida di un maestro di calcio e di vita come Antonio Pigino, che a Torino conosciamo bene. Ma il personaggio più importante per tutto ciò che ha vissuto Ima finora nel pallone è, senza dubbio, Moreno Longo".Un rapporto importante, quello tra Gyasi ed il suo tecnico, oggi in Primavera: "Longo ha sempre creduto tantissimo in lui, lo ha seguito anche a Vercelli, gli è stato vicino in tantissime occasioni, ben più di quanto ci si possa aspettare "contrattualmente" da un allenatore. E' stato qualcosa di più per Ima, una figura fondamentale nella crescita del ragazzo".Una crescita coronata nel primo contratto da professionista, giovedi scorso, il cui iter non è stato certo semplice, come ci racconta l'Avv. Benini: "Non posso nascondere come già in estate avessimo bussato alla porta del Torino, e ci aspettassimo un contratto, che avrebbe già rappresentato un buon passo in avanti per il giocatore e per la sua famiglia. Così non è stato, alla fine il Torino ci ha offerto un contratto di addestramento tecnico, ed Ima è ripartito da quella che avrebbe potuto rappresentare una mezza sconfitta, ed una grande delusione. E' un ragazzo intelligente, però, e si è rimesso ampiamente in discussione, anche grazie al supporto di Moreno Longo. L'inizio di stagione dimostra quanto Ima sia stato bravo a ripartire, attirando su di sé, non a caso, anche l'attenzione di club esteri, che avrebbero potuto farlo firmare a gennaio, rompendo il vincolo sportivo col Torino, che lo avrebbe perso a parametro zero a giugno 2014".Così non è stato, però, come ci racconta ancora Benini: "Dopo il derby Primavera, nel quale Ima ha fatto la differenza sotto gli occhi di tutti, e, soprattutto, dopo la partitella con la prima squadra, alla quale era presente Petrachi, si sono intensificati i contatti col Torino. Bava mi ha chiamato, e abbiamo discusso a lungo per trovare una soluzione adatta per il ragazzo, cui è stato infine proposto un contratto a crescere, con alcuni premi importanti, che rappresenta secondo me la giusta soluzione".Una conclusione che avrà fatto felice anche lo stesso Gyasi? "Decisamente si" - ci risponde Benini - "Per lui è una grandissima soddisfazione, un sogno che si realizza: voleva restare al Toro, e conquistarsi la fiducia di tutto l'ambiente. Firmare di fronte al Presidente, che gli aveva fatto personalmente i complimenti al Mamma Cairo, poi, è stata la ciliegina sulla torta. E' una piccola favola del calcio che fa onore ad entrambi, al giocatore ed al Torino, ma deve essere soltanto un punto di partenza'.Saprà cogliere, il giovane attaccante ghanese, l'opportunità con impegno e sacrificio, senza sentirsi appagato? Benini ne è sicuro: "Io gli ripeto sempre: non ti dimenticare mai da dove arrivi! Ma credo non ce ne sia neppure bisogno... Vi racconto solo che, dopo la firma del contratto allo Stadio Olimpico, si è fatto riaccompagnare di corsa a Venaria, all'allenamento. Quando è sceso dall'auto si è messo a correre, mortificato per il ritardo, per raggiungere il prima possibile i compagni... Ima ha la testa sulle spalle, ed è consapevole della grande opportunità che gli è stata concessa, saprà come sfruttarla al meglio".Una parola, infine, sulle prospettive future: "Innanzitutto stiamo lavorando perché ottenga la cittadinanza italiana, è nel nostro paese da otto anni e per la legge ancora non sono sufficienti. Sarebbe bello fargliela ottenere anche in ottica Nazionale, visto che gli osservatori della Federazione ci hanno già fatto capire che potrebbe rientrare nelle scelte dell'Under 20. Ciò che ci aspettiamo da questa stagione è che giochi tanto, e che giochi bene, continuando il buon cammino intrapreso in queste prime partite. Poi, magari, il prossimo anno sarà pronto per un'esperienza in prestito, anche se... è chiaro, l'obiettivo è, prima o dopo, che arrivi in prima squadra. Glielo auguro con tutto il cuore".Diego Fornero