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Trofei e giocatori di prospettiva: così la gestione Cairo ha rilanciato il vivaio granata

L'Editoriale / Il successo in Coppa Italia della Primavera è solo l'ultimo tassello: la cantera del Toro è tornata ai fasti di un tempo

Lorenzo Bonansea

"Il Torino torna sulle copertine del calcio giovanile che conta. Il trionfo di San Siro in CoppaItalia è il quartosigillo che va ad arricchire l’albo d’oro dell’era Cairo, e quando c’è questa continuità non può mai essere un caso. Il capolavoro firmato dalla Primavera di Coppitelli contro il Milan è solo l’ultimo tassello di un mosaico che lentamente, ma con cura, il Toro di Cairo ha cercato di ricostruire negli ultimi 13 anni, partendo dalle ceneri del fallimento. Prima Comi e poi l’attuale responsabile Massimo Bava hanno riportato le giovanili del Torino vicine ai fasti degli anni ’80 e 90’. Ecco dunque il titolo Berretti nel 2014, e a seguire lo scudetto e la Supercoppa Primavera del 2015, fino al successo di ieri sera. Nel mezzo, altre tre finali nazionali perse - due per la Berretti e l’altra per la Primavera di Longo. Titoli che aiutano a ricordare qual è la dimensione del vivaio granata, il più titolato e vincente in Italia.

"E i risultati cominciano a vedersi anche in termini di produzione dei giocatori, il vero fine ultimo di un settore giovanile. In giro nel calcio professionistico ci sono quasi trenta calciatori tenuti sotto controllo, e ad oggi il Torino ha tre giocatori provenienti dalla cantera stabilmente in prima squadra: Barreca, Bonifazi ed Edera, e il giovanissimo Buongiorno più volte aggregato e già esordiente in Serie A. Si può migliorare? Certo, si può sempre. Ma è impossibile non riconoscere che negli ultimi anni l’evoluzione ci sia stata, e sia stata importante. E i meriti vanno dati prima di tutto a chi sta al vertice della piramide. Se al presidente granata si possono obiettare risultati sportivi della prima squadra non del tutto soddisfacenti, a livello di giovanili non si può che fare i complimenti per quanto costruito in questi anni.

"La Primavera che ha vinto l’ottava Coppa Italia è di grande valore e forse si tratta della più forte di questi ultimi anni. Tanti i giocatori con un potenziale futuro tra i professionisti, e perché no, magari anche in prima squadra: a partire da Buongiorno, già esordiente e prodotto della scuola calcio, fino ai più volte convocati da Mazzarri Coppola e Butic. Ma anche Oukhadda, D'AlenaFerigra e i prodotti della scuola calcio Fiordaliso e Gilli. E che dire, poi, della banda dei 2000? La squadra di Coppitelli è tra le più giovani della categoria: giocatori come Millico, Rauti (anche questi due fin da bambini nella cantera granata), DeAngelis, Kone hanno già dimostrato di saper essere decisivi a ottimi livelli. Adopo, l’ultimo arrivato, ha tutta l’aria di essere un colpo azzeccatissimo.

"Adesso, però, la società è chiamata ad un ulteriore passo avanti. Investimenti e programmazione devono evolversi ancora, sull’onda dei risultati e dei successi. Il Toro in questi anni ha sfornato tanti calciatori da Lega Pro e Serie B, ora deve fare uno step ulteriore, producendo più giocatori di Serie A. A partire da quelli di questa Primavera. E’ il prossimo step da fissare: a vedere come sono stati superati quelli precedenti, si può attendere con fiducia.