Toro News
I migliori video scelti dal nostro canale

interviste

Aldo Grasso: “Toro, da Miha mi aspettavo di più. Ecco il mio messaggio ai tifosi”

Intervista - Esclusiva / Il celebre giornalista e critico televisivo: "Belotti mi ha regalato emozioni che non provavo da tempo. Il tecnico ha capito come parlare alla piazza, ma sul campo... "

Federico Bosio

"Il calciomercato si è ormai impossessato della scena, lontano da competizioni ufficiali. E mentre il Torino progetta i primi colpi di questa sessioni, noi abbiamo approfittato di questo periodo per intervistare un altro celebre tifoso granata: Aldo Grasso, giornalista e critico televisivo di fama internazionale. In sua compagnia abbiamo come al solito affrontato parecchie tematiche legate al Toro, dipingendo a 360° l'attuale situazione e legandola al passato ed alle aspettative future.

"Aldo Grasso, il termine del campionato dista ormai tre settimane: qual è il suo bilancio della passata stagione del Torino?

""Francamente speravo qualcosa di più, all'inizio mi ero illuso che potesse fare qualcosa di più. Diciamo che all'Europa non è che ci credessi moltissimo però sicuramente nel corso della stagione mi aspettavo qualche partita giocata meglio, questo senza ombra di dubbio".

"Una stagione quindi che, si può dire, lascia un certo rammarico anche in relazione alle aspettative iniziali...

""Sì certo, il rammarico c'è. Mi aspettavo più che altro che Mihajlovic desse un gioco alla squadra che invece non è riuscito a dare. È stato sempre fissato sul modulo iniziale (4-3-3) e ci ha messo molto tempo a capire che non era lo schema adatto a Ljajic. Quando però ha trovato un ruolo perfetto per il serbo, si può dire che purtroppo abbia penalizzato quello di Belotti. Ecco, diciamo che mi aspettavo di più da Mihajlovic".

"Il suo personale parere su Sinisa Mihajlovic dopo il primo anno di Toro, dunque?

""Io penso che dovrebbe intanto imparare di più a comunicare, perchè secondo me ha fatto dei danni ai giocatori nel corso dell'annata: dal presentarsi in conferenza stampa dicendo che Maxi Lopez aveva una lavatrice sulle spalle, al volere Milinkovic-Savic per poi dichiarare apertamente che non è pronto per il Toro, fino all'ultimo periodo nel quale mi sembra che abbia penalizzato Benassi più del dovuto. È uno che ha imparato molto a rivolgersi ai tifosi, con quegli atteggiamenti che ai tifosi piacciono, ma in realtà poteva lavorare di più per la squadra perchè alla fine poi è per quello che si lavora: non per i tifosi, ma per ottenere risultati. Certo è bello ed importante lottare sempre per vincere, però mi sembra che poi i risultati non abbiano dato quanto sperato."

Grandi responsabilità per il tecnico quindi, piuttosto che per il valore della rosa?

Quasi tutti gli allenatori sono bravi a dire che mancano dei giocatori, cosa che invece Ventura - anche se so che era inviso da buona parte dei tifosi per il suo atteggiamento più pacato - non aveva mai fatto: non si era mai lamentato delle pedine che aveva a disposizione, anzi mi sembra che avesse fatto anche un ottimo lavoro per la crescita dei giovani. Un allenatore è bravo quando sa far giocare i giocatori che ha, se avessimo Ronaldo in squadra saremmo tutti capaci a fare i fenomeni. Bisogna invece valorizzare chi c'è già e far rendere al meglio quelli che si hanno a disposizione"

Passiamo al calciomercato, che in questi giorni stenta a decollare: lei è ottimista in questo senso? Pensa che la base sia già buona o che vi sia necessità di parecchi innesti?

"Se parliamo di giocatori che aumentino il tasso qualitativo, io penso che ne possano bastare due o tre. È evidente comunque che ci sia bisogno di rinforzi in difesa e a centrocampo, anche un non esperto ormai se ne è reso conto. Poi secondo me tutto dipende da Belotti, nel senso che noi - e questa è purtroppo una cosa che molti tifosi non riescono a capire - non abbiamo alle spalle dirigenze cinesi plurimiliardarie: abbiamo un imprenditore che ha saputo riportare alla luce il Torino e che fa i conti e deve fare i conti con la sua situazione e con un sacco di altre cose."

"Se dipendesse da lei, quale soluzione prenderebbe in merito a Belotti?

""Io lo adoro, lo vorrei e lo terrei tutta la vita al Toro perchè mi ha regalato delle emozioni che non provavo da tempo, perchè è simpatico, è un bravo ragazzo, perchè gioca alla vecchia maniera. Ma bisogna anche pensare e capire che se lo vendiamo abbiamo altri 5/6 anni garantiti di Serie A ad un certo livello. Certo, bisogna reinvestirli, ma anche qui c'è da sfatare un mito che sa molto di stupidaggine: Cairo non può prendere soldi dal Torino per investirli in altre aziende, è la legge stessa a vietarlo. I bilanci sono bilanci, non li può materialmente mettere da un'altra parte: quando l'ha fatto Bersano è stato messo al gabbio.

"Comunque, tornando al Gallo, io sogno che rimanga: poi però è successo con Immobile, è successo con altri... Bisogna anche dire che ci sono i procuratori che molte volte condizionano i giocatori in negativo, perchè quasi tutti quelli che volevano andare via dal Toro per fare sfracelli in giro alla fine se fossero rimasti sarebbero stati più valorizzati: bisogna anche avere l'umiltà di capire che probabilmente a fare il salto più lungo della gamba poi finisci con lo sparire del tutto. Cerci, Ogbonna e Maksimovic sono i tre esempi principali: io credo che dovrebbero essere degli insegnamenti per i giovani."

"Qual è la direzione che dovrebbe prendere secondo lei il calciomercato granata?

""Secondo me gli investimenti vanno fatti sui giovani, puoi sbagliarne un paio ma quando ne indovini altri due sei 'a posto'. Gli investimenti più grossi fosse per me li farei nella Primavera, ed anzi che un Barreca magari adesso ne avremmo anche solo due o tre: la politica dell'Atalanta - l'abbiamo visto tutti - ha premiato, e comunque per come è strutturato il Torino investire sui giocatori giovani, di prospettiva, è praticamente l'unica via. Per quello a me è dispiaciuto molto per come è stato accantonato Benassi, io ci conterei moltissimo: due mezzali come Benassi e Baselli ce le invidiano tutti ed un allenatore deve essere in grado di farli rendere. Consideriamo anche che quei giocatori fortemente voluti da lui hanno reso sotto le aspettative"

"Un'ultima domanda: l'inaugurazione del Filadelfia. Che cosa significa per lei questa rinascita?

""Significa molto... Insomma, significa aver ritrovato una casa. Le cose importanti succedono quando c'è un luogo, e noi eravamo una squadra senza luogo, eravamo diventati anonimi negli anni: il nostro luogo si chiama Filadelfia. Perciò io spero che quei resti antichi che sono rimasti, in una struttura nuova e bellissima, ridiano identità a tutti quelli che calcano quel terreno. L'identità è importantissima. È quella cosa in più che ai giocatori fa mettete il cuore in campo. Io sono convintissimo che per le squadra come il Torino, quando non hai dietro le multinazionali, i cinesi e via dicendo, sia ancora più importante avere un luogo di appartenenza. Io non mi emozionerei così tanto a vincere uno Scudetto sapendo di avere alle spalle una proprietà cinese: preferisco di gran lunga giocare bene, lottare e conquistarmi un quarto posto ma avere un luogo ed un'identità ben precisa nei quali identificarmi, ovvero il Filadelfia.

"Concludo con un messaggio che vorrei dare ai tifosi, specialmente quelli che accusano Cairo di essere tirchio: Cairo fa l'imprenditore e misura le sue forze, facendo quello che nessuno ha mai fatto per il Toro dai tempi di Pianelli. Io credo che l'esempio di Rossi - un presidente serio che ci teneva e spendeva e cacciato dai tifosi che lo contestavano - debba servire da lezione."