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Eraldo Pecci: “Il Torino sta facendo il campionato che dovrebbe fare”

Nella foto di Mario Sofia, Eraldo Pecci alla presentazione del libro su Radice

Interviste / L'ex giocatore granata ai nostri microfoni: "Fiorentina, Toro, Atalanta, Samp: il Toro se la gioca con queste. C’è tempo per tutti"

Gianluca Sartori

"L'ex giocatore del Torino Eraldo Pecci ha parlato in occasione della presentazione del libro scritto a quattro mani da Gino Strippoli e Francesco Bramardo sull'allenatore dell'ultimo Scudetto, Gigi Radice. Pecci si è soffermato sul momento del Toro, facendo molto riferimento all'idea granata. Ecco le sue parole:

"Eraldo Pecci, come legge il momento del Torino?

Il Torino sta facendo il campionato che deve fare. Nel senso che non può competere con chi ha risorse infinite. Si fa il campionato di seconda fascia con le squadre alla sua portata: Fiorentina, Sampdoria, Atalanta. Non si può chiedere di competere con Juventus, Inter e Napoli. Il Toro fa la sua parte, speriamo che vada bene. A me va bene del tutto: io sono del Toro non per i risultati, ma perché il Toro è un’idea. Poi se arriviamo quarti invece che ottavi, chiaro che sarei più contento. Come sarei più contento se vedessi in campo con più continuità ragazzi provenienti dal settore giovanile”.

Si riferisce a Edera e Parigini?

Sì, ragazzi come loro li terrei sempre e darei fiducia a loro piuttosto che a stranieri. Sarei più contento ma ognuno fa i suoi conti”.

Si metta nei panni di Mazzarri, che oggi ritroverà i suoi giocatori al Filadelfia. Cosa direbbe ai ragazzi?

Non li conosco neanche, ogni gruppo ha delle dinamiche sue. E’ compito dell’allenatore, che deve relazionarsi con i giocatori”.

Zaza e Belotti li vede insieme prima o poi?

Mi piacerebbe, sarebbe una bella scommessa, ma al momento Belotti non è in formissima, Zaza ancor di meno, per cui quando questo modulo si prova non rende. Ma in futuro è la sfida del Toro”.

In questo Toro lei distingue la mano di Mazzarri?

"“In generale gli allenatori contano poco. Soprattutto se ha a che fare con giocatori già formati. Ogni allenatore deve andare avanti con quello che ha, poi magari si fa un punto in più o un punto in meno. Ma alla fine vincono sempre i soliti chiunque sia l’allenatore. Contano più i giocatori. Esempio: un anno in Serie C l’Arezzo partì con Conte, lui fu esonerato e subentrò Sarri. Alla fine di quell’anno l’Arezzo retrocesse. E’ la dimostrazione che se non ci sono i giocatori si può fare poco”.

Questa squadra le sembra in grado di lottare per l’Europa?

Nel corso di un campionato si trovano delle chimiche e dei meccanismi. Fiorentina, Toro, Atalanta, Samp: il Toro se la gioca con queste. C’è tempo per tutti”.

Il Toro però è stato anche ostacolato da errori arbitrali.

Sì, effettivamente sì, fa parte del gioco ma mi sembra che al Toro sia successo qualche volta di troppo. Comunque su questo non mi appoggerei molto e cercherei di migliorare quelle che sono le nostre prestazioni."