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”Fila? Emozione unica. Al Siena devo tanto”

di Valentino Della Casa - Tra i tanti doppi ex tra Torino e Siena, ce n'è uno che compare poco sotto i riflettori, che ama far parlare soprattutto il campo per lui, ma che, allo stesso tempo, delle due squadre ha ricordi...

Redazione Toro News

di Valentino Della Casa - Tra i tanti doppi ex tra Torino e Siena, ce n'è uno che compare poco sotto i riflettori, che ama far parlare soprattutto il campo per lui, ma che, allo stesso tempo, delle due squadre ha ricordi emozionanti e solo positivi. Daniele Di Donato, attualmente in forza all'Ascoli, concede volentieri un'intervista in esclusiva a Toro News, per descriverci le sue sensazioni e raccontarci le sue emozioni prima della gara di Coppa Italia di domenica prossima.Ciao Daniele, Siena-Torino per te non è una gara come tutte le altre.Beh, direi proprio di no (sorride, ndr). Sono due parentesi bellissime della mia vita, calcistica e non. A Torino è dove sono cresciuto, avevo 13 anni quando passai in granata ed ebbi una fortuna incredibile.Perchè?Giocai al Filadelfia: un posto magico, unico. Mi chiedete di provare a descrivere quello che significa per me il Fila? Non ci riesco, non ci riuscirei. Consiglierei a tutti i giocatori di provare ad allenarsi in un posto come quello: il campo era stupendo, ma lo dico veramente, era proprio bello. Mi auguro davvero che rifiorisca, farebbe il bene di tutti i ragazzi che vogliono fare calcio a Torino.E poi c'è anche un altro episodio che ti legherà sempre al Toro.Verissimo, il mio esordio, giovanissimo, nel calcio vero. È il ricordo che porto più caro di Torino: era il 29 settembre 1996, entrai a partita in corso (in totale ne farà otto, ndr) nella gara in trasferta con il Pescara, in Serie B. La settimana dopo giocai al Delle Alpi e segnai pure: il mio primo goal in carriera. Momenti da brivido, impossibili da dimenticare.E per quanto riguarda il Siena?Dicevo che anche in bianconero ho vissuto un'esperienza entusiasmante, e lo ribadisco. Dopo la stagione con il Torino mi trasferii proprio in Toscana, e fu la mia prima stagione da professionista, con venti presenze ed un goal in Serie C. Dopo sei anni ci sono ritornato, a Siena, e ho giocato per la prima volta in Serie A. La cosa curiosa è che ho esordito titolare contro il Palermo, la squadra da cui provenivo, dopo un'esperienza di quattro anni. Forse questo è l'episodio che mi porto più dentro.Cosa ne pensi del Torino di quest'anno? Può finalmente diventare l'anno della svolta?Intanto permettetemi di mandare un saluto al mio amico Mirco Antenucci. È un grandissimo attaccante e gli auguro ogni bene, sono sicuro che quest'anno farà le fortune del Toro. Per quanto riguarda il resto del collettivo, penso che sia assolutamente competitivo, con giocatori di categoria superiore. Inoltre c'è Ventura, un allenatore che sa il fatto suo e sa dare un'identità alla squadra, ci sono tutti i presupposti per fare bene.Magari facendo come il Siena l'anno scorso.Lo auguro proprio, al Toro. Comunque i bianconeri mi sembrano attrezzati per il campionato che vanno ad affrontare. Hanno fatto bene a non cambiare troppo gli effettivi della squadra, aggiungendo però giocatori importanti. Credo che anche loro, come i granata, possano fare un campionato di livello.Un'ultima cosa, Daniele: chi vincerà domenica?Voi mi chiedete una cosa a cui non voglio rispondere, perchè so già che mi dispiacerebbe per chi perderà. Trovo che il Toro sia già una squadra molto quadrata, mentre il Siena è ancora da scoprire. Comunque non mi sbilancio: dico che si andrà ai rigori. Lì sarà poi una lotteria. Che vinca il migliore.