interviste

Il Museo del Torino trova la sua nuova casa

L’infaticabile Domenico “Mecu” Beccaria, presidente della Memoria Storica Granata, ha trovato una nuova sistemazione al Museo, sfrattato dalla Basilica di Superga. In occasione delle celebrazioni del 4...

Redazione Toro News

L’infaticabile Domenico “Mecu” Beccaria, presidente della Memoria Storica Granata, ha trovato una nuova sistemazione al Museo, sfrattato dalla Basilica di Superga. In occasione delle celebrazioni del 4 maggio verrà presentato a Villa Claretta, a due passi dal Municipio di Grugliasco, il prossimo luogo dove verranno esposte le tante e preziose reliquie granata. Facendo un passo indietro, Beccaria, com’è nata l’Associazione Memoria Storica Granata? Poco prima che venisse demolito il Filadelfia entrammo nei suoi depositi per cercare di salvare quanto era possibile. Mi ricordo che in quel momento abbiamo rivissuto le stesse emozioni di un egittologo che trova il tesoro del faraone. Il Filadelfia ormai era considerata una discarica e c’era proprio di tutto, purtroppo molte cose sono andate perse, quelle che non siamo riusciti a salvare perché buttate nell’immondizia o ridotte a falò. Purtroppo c’erano anche cose importanti che sono andate perdute. Nel ’96 abbiamo fatto una prima mostra e un’altra nel ’99, poi il museo, prima di trovare un luogo fisso, ha fatto un tour itinerante in alcune città italiane. Come sarà la nuova sede? Domani sera presenteremo il nuovo progetto, con il nuovo logo del Museo. Lo spostamento avverrà durante l’estate perché dobbiamo attendere che finiscano i restauri alla villa stessa. Ai primi di settembre dovremmo essere in grado di aprire la sede di quello che sarà il nuovo museo che, ricordiamo, non raccoglierà solo più i ricordi del Grande Torino, ma di tutta la storia granata, dagli inizi ai giorni nostri, visto che abbiamo reperti che partono dal 1912. Alla mostra della Regione dedicata al Centenario, che ha avuto molto successo, almeno il 50% del materiale era nostro. Quanti reperti vanta la vostra associazione? Sono difficile da quantificare, ma ne abbiamo talmente tanti che potremmo riempire la metropolitana di Tokyo! Molte cose non sono state esposte per mancanza di spazio. Speriamo adesso di poterlo fare. I cimeli e trofei riacquistati da Cairo dopo il fallimento, verranno esposti a Villa Claretta? Spero di sì perché è un progetto aperto a chiunque voglia parteciparvi. Vogliamo che diventi la casa del Popolo Granata, chiunque abbia qualcosa di interessante da proporci, ricordi suoi personali, venga a trovarci. Lo stesso discorso vale anche per il Torino FC e l’Associazione ex Calciatori Granata. Non c’è nessun fine di lucro o di prestigio personale in quello che stiamo facendo. Molti oggetti non sono di nostra proprietà ma solo in affidamento, al momento per i cinque anni di contratto che abbiamo stipulato con la struttura di Villa Claretta. Quali sono i cimeli che rendono più orgogliosa l’Associazione Memoria Storica? Senza dubbio la tromba di Bolmida, il primo mattone su cui è stato costruito il museo, che ci è stata regalata dal figlio, così il gessato di Pianelli che ci è stato donato dalla figlia Cristina. Arricchiremo il museo con altre cose di volta in volta, perché ogni cimelio importante che arriva deve diventare un evento. Domenica si svolgerà la marcia, cosa ne pensa? Sono contento che sia rientrata nei suoi canoni, una marcia per il popolo granata non contro qualcosa, mai come adesso abbiamo bisogno di stare uniti tutti quanti. Non dimentichiamoci che alla fine l’evento più importante della settimana è la partita contro l’Ascoli. Che regalo vorrebbe dai giocatori domenica? L’impegno, vorrei che entrassero a testa bassa sul campo per uscirne a testa alta. Quali sono i riferimenti web per saperne di più sul Museo?

"Abbiamo il sito ufficiale della Memoria Storica: www.amsg.it e ne abbiamo aperto un altro per il Filadelfia: www.progettofiladelfia.it per discutere di Toro, ma soprattutto del vecchio stadio. Quando il Comune di Torino ci chiederà ancora lumi sulla ricostruzione noi vogliamo portare una massa di tifosi che non demordono e sperano di veder realizzato il progetto.