mondo granata

A Lentini (Sr) batte un cuore granata

Lentini, è un delizioso comune in provincia di Siracusa, terra di aranceti e ricca di storia della Magna Grecia, laggiù dove risuonavano i canti di Jacopo da Lentini, oggi pulsa un cuore granata, puro e assoluto, quello di...

Ermanno Eandi

Lentini, è un delizioso comune in provincia di Siracusa, terra di aranceti e ricca di storia della Magna Grecia, laggiù dove risuonavano i canti di Jacopo da Lentini, oggi pulsa un cuore granata, puro e assoluto, quello di Antonino Landro.

Il nostro eroe, coniuga la sua fede granata con l’ardua professione del giornalista, collabora con testate on line e radio locali, ma brucia di passione per il Toro, lontano ma vicino, oggi ci racconta la sua esperienza.

È difficile tifare Toro e vivere a Lentini?

Significa soffrire ancora di più! Sono circondato da una mandria di tifosi gobbi, ma non importa, perché il Toro non è semplice tifo ma fede. Non sono mai stato a Torino, ma presto voglio andare a Superga a posare un fiore sulla lapide degli Invincibili”

Visto che vive in un paese bianconero, come spiega la sua scelta granata, perché è del Toro?

Ho diciassette anni, sono del Toro da quando ne avevo due! Guardavo l’album delle figurine Panini, mi piacquero i colori e m’innamorai di questa squadra. Non c’era un motivo, era un richiamo. A sei anni ho capito il perché. Ho letto la storia della gloriosa squadra del Grande Torino, poco per volta ho scoperto il magico mondo granata, lo scudetto del ’76, la UEFA di Borsano, Meroni:tutta la sua sofferta storia è diventata il mio Dna”.

Lentini, non è solo un comune siculo, in granata è il cognome di un campione…

Ero molto piccolo! Quando Lentini tornò al Toro per l’ultima volta, rimasi sconvolto, avevo capito che Lentini veniva a giocare qui. Ero stupito, ma contento, di vedere l’ex granata nel Leonzio (la squadra locale). Poi ho compreso. Ho avuto anche la fortuna di conoscerlo personalmente, in una amichevole tra il Leonzio e il Cosenza, ho una foto con lui e la costudisco gelosamente”.

Chi è il suo idolo?

È Marco Ferrante, con suoi gol, ha cullato la mia infanzia ed ha fatto crescere il mio tifo: è l’unico bomber da Toro che ho visto giocare, con tutto il rispetto per Muzzi, Stellone e tutti gli altri. Del Toro attuale mi piace Rosina è il migliore in assoluto.”

Come ha festeggiato la promozione?

Ho vissuto i play-off in modo brutto, tutti mi davano contro, mi dicevano che non saremmo mai andai in A e se fossimo andati è perché siamo dei raccomandati del nord. Io rinfacciavo a loro i campi neutri del Catania, ma erano in troppi. La promozione l’ho vista a casa di un mio amico. Ho festeggiato da solo, passando tutta la notte a cliccare Toro New:, non potevo da solo esultare in strada”.

Adesso però con i bianconeri dovrebbe andare meglio, credo?

Bisogna fare giustizia, e basta! Devo ammettere che anche i tifosi della Juve sono concordi”

Cosa si aspetta dalla prossima stagione?

Per ora mi sembra una campagna un po’ anziana. Cairo, però, ci ha abituato alle sorprese, quindi attendo. Spero almeno di agguantare la zona UEFA, per vedere il mio Toro in Europa!”

Dall’isola delle tre punte, un cuore granata limpidissimo solca il Biviere di Lentini, lontano e orfano di amici di virus ricorda: “ Essere del Toro vuol dire soffrire insieme, perché siamo tanti, siamo forti e abbiamo un cuore da eroi”. Parole giuste di un nobile tifoso.