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Chieri, gli scudettati del ’76: “Qualcuno insegni ai giocatori di oggi cosa è il Toro”

Mondo Granata / Alla serata presenti Pulici, Sala e Castellini

Marco De Rito

""Il Toro non ha lasciato una traccia dei suoi giocatori storici nella società. C'è gente che potrebbe insegnare amore per la maglia". Questo è il messaggio che emerge dalla serata - organizzata dal Toro Club di Chieri, che ha riscosso un notevole successo, molti erano i presenti - dai giocatori che hanno vinto lo scudetto nel 1976 presenti: Paolo Pulici, Luciano Castellini e Claudio Sala. Tre miti granata che hanno lanciato un messaggio, dall'agriturismo “La Vija'” di strada Tetti Lusso 8 a Chieri, dove si è svolta una serata culturale per festeggiare l'ottavo anno di fondazione del Torino Club Chieri. Evidenziando che, a loro parere, manca una figura legata ai vecchi valori granata nel quadro dirigenziale. Paolino Pulici poi ci tiene a rimarcare: "Le cose stanno cambiando e bisogna accettarle. Noi avevamo una mentalità eravamo attaccati a questa magli e l'abbiamo difesa sino alla fine. Ai ragazzi di oggi manca l'insegnamento di cosa vuol dire giocare nel calcio, manca qualcuno che lo possa insegnare". 

IL LIBRO - Castellini comunque nota: "A Torino cambia tutto dai giocatori alla dirigenza, ma a maglia resta e resta anche l'affetto che provate per noi giocatori che abbiamo vinto lo scudetto". Nel corso della serata è stato presentato anche il libro insieme agli autori Flavio Pieranni e Fabrizio Turco: "Io sono il Giaguaro, vita e parate di Luciano Castellini". L'ex estremo difensore racconta un aneddoto interessante ed emblematico nel corso della serata: "Nel corso di una partita al Filadefia tra tifosi e vecchi giocatori, c'era l'impianto che era fatiscente. C'era una traversa dove io m'allenavo, ho rotto un pezzo di traversa e me lo sono portato a casa e ancora lo conservo. Questo è il mio trofeo più bello". Si levano gli applausi da tutta la sala. L'ex portiere poi racconta un po' il suo lato personale: "Sono sempre stato un po' emotivo ma credo sia una caratteristica del mio carattere e di tutta la mia carriera. Il fatto di essere un po' rissoso e cattivo. Non avendo tanti soldi quando ero ragazzo e vivendo sul lago di Como, io portavo per due ore 25 kg di sigarette sulla schiena, ciò mi ha reso parecchio fastidioso". Una storia molto affascinante e tutta da leggere. Sempre in tema culturale, la serata ha anche proposto la presentazione de "La Storia delle storie: il mito granata che attraversa il Novecento", album musicale ideato e prodotto dall'artista di fede granata Beppe Giampà.