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E tu? Perché tieni per il Toro?

E tu? Perché tieni per il Toro?

Lettere alla Redazione / Riflessioni, considerazioni, spunti, pensieri dei lettori: inviateli al Direttore e alla Redazione

Redazione Toro News

La redazione di Toro News torna ad aprire le colonne della prima e più grande testata on-line dedicata al Torino FC ai suoi lettori, i quali da sempre meritano di avere spazio. Inviateci agli indirizzi redazione@toronews.net o gianluca.sartori@toronews.net articoli su qualsiasi argomento legato al mondo Toro: i più meritevoli e significativi saranno settimanalmente pubblicati sul nostro sito.

Ecco un'altra raccolta delle vostre esperienze: come sempre, siete stati tanti a voler condividere i vostri pensieri. Chi volesse può inviare una lettera simile agli indirizzi mail soprastanti.

Perché sono del toro... .Grazie al mio papà tifosissimo granata, lui che al funerale del Grande Torino era lì a suonare la tromba. Tromba che ancora oggi è sul mobile ed é intoccabile... Papà che la domenica mi diceva..."Carla... andiamo allo stadio a vedere il Toro?... Piccolina, ma sempre con lui allo stadio. Ed ancora oggi io e mia figlia, anche lei tifosissima granata, siamo allo stadio a tifare la squadra nel bene e nel male. IL TORO É NEL SANGUE... SI NASCE GRANATA.

Io dico sempre che "prima ero granata, poi sono stata concepita!". Ora vi spiego il perchè. Il 17/11/1918 nacque Elide. Elide era una bimba piccola e gracilina, ma con un carattere fermo e deciso. Crescendo, non so dirvi come o perché, Elide divenne tifosissima del Toro. Crebbero e divennero ragazzi, lei e suo fratello Alvaro, ed il loro padre cominciò a consentire ad Alvaro, che era della Juve, di andare allo stadio. Elide si arrabbiò molto, e disse che, se lui andava a vedere la Juve, allora lei aveva il diritto di andare a vedere il Toro. Il padre, uomo di vecchio stampo, ma imparziale e, impensabile per quei tempi, non maschilista, decretò: "Tua sorella sola allo stadio non può andare, quindi, o andate tutti e due insieme una domenica a vedere la Juve e l'altra a vedere il Toro, o nessuno dei due va più allo stadio!". E così fu: Elide, tutte le settimane in cui giocava il Toro, andava al Filadelfia a vedere le partite! Ciò accadde fino a quando Alvaro non partì per la guerra ed Elide, da sola, dovette occuparsi degli anziani genitori. Al termine della guerra Alvaro tornò sposato con una ragazza greca e si dedicò alla sua famiglia, tifando sempre per la Juve! Nel 1947 Elide sposò Gigi, amante del ciclismo e della boxe, ma non del calcio. Elide soffrì ovviamente molto per la tragedia di Superga. Ne parlava raramente, però, ogni volta che si andava sull'argomento, sul suo volto scendeva un velo di tristezza! Credo che, dentro di lei, la ferita rimase sempre aperta... Nel 1950 nacque una bimba ed anche Elide si dedicò alla sua famiglia, ma non abbandonò mai l'amore per il Toro. Ogni santa domenica, immancabilmente, Elide passava il pomeriggio ad ascoltare "Tutto il calcio minuto per minuto". Se la famiglia usciva (quelli di una certa età ricorderanno che gli uomini andavano in giro con in mano la radiolina accesa per sentire le partite ed i risultati), Elide si portava immancabilmente appresso la sua radiolina ed ascoltava, come lei stessa diceva, " 'l mè Turin". Passarono anni e decenni, Gigi morì ed Elide restò sola. Quando la figlia era a casa, la domenica, Elide andava da lei e guardavano insieme la partita del Toro. Questo fin dal primo giorno della pay-TV! Fu verso la fine del 2010, e poi nel 2011, che Elide non volle più andare a vedere le partite del Toro: "preferisco sentire la radio e vedere poi solo la Domenica Sportiva", disse. Ma la figlia, ostinata ed incredula, insisteva, ed allora Elide le confessò, parlando ovviamente in un elegante dialetto torinese: "non vengo più perché, se vedo le partite in diretta, mi agito troppo e sento che il cuore mi manca... Dopo sto male per un bel po'! ". Ad agosto 2011 Elide morì per una crisi cardiaca. Ora potete capire perché io, madama granata, sostengo che "prima ero del Toro, e poi sono stata concepita!".

Madama Granata

Mi chiamo Gianni ho 68 anni.Sono del 1950. Tifo Toro dal 1959 l'anno in cui il Toro andò per la prima volta nella sua storia in serie B. Perchè questa scelta? Mio papà grande tifoso della Juve,mi portava allo stadio a vedere Charles,Sivori,Boniperti che spopolavano come ora; Allora io avevo nove anni; la mia maestra che era una grande, mi aveva affidato un compito: tutti i giorni dovevo portare in classe "La Stampa" del giorno prima, che mio padre (allora uno dei pochi), leggeva quotidianamente: Quel giorno lessi per la prima volta del Toro, della sua grande tragedia, dei suoi grandi tifosi, del riconoscimento da parte di tutti di essere stato il Toro, la più grande squadra del mondo.Mi ricordo ancora lo struggente articolo di Vittorio Pozzo. Anche se avrebbe ricominciato dalla serie B, quella ERA la mia squadra. Mio padre dovette rassegnarsi, aveva allevato un torello. Mi avrebbe preso un pò in giro per il resto della sua breve vita ricordandomi ogni tanto che eravamo primi nella classifica dei poveri; quella di destra. Non importa. Ho una moglie, due figli,tutti del Toro. Ho tre nipotini:due del Toro sfegatati; la più piccola, è in fase di apprendimento. Non è vero che tutti i bimbi tifano per la squadra più forte. Sono orgoglioso. Sempre: FORZA TORO

Gianni

Perché sono del Toro ? Sono nato nel 1998, fino a quell’anno, il Toro nella sua storia aveva visto poca B e tanta A. Come tutti sapete da quell’anno di B ne abbiamo vista fin troppa, e fino al 2012 avevo visto quasi più B che A. Ho la fortuna di essere nato in una famiglia interamente granata, da bambino mi addormentavo con i racconti sul Grande Torino (con mio nonno che regolarmente aveva gli occhi gonfi di lacrime ma orgogliosi) e sul Toro del ‘76. Appena nato mi misero subito la maglia di Ferrante (sponsor tecnico Kelme, se non sbaglio) e la bandierina del Toro in mano. Ho scoperto l’esistenza dei gobbi all’asilo, quando loro vincevano (come sempre) e noi arrancavamo tra B e A, ma eravamo più noi del Toro in classe. Alle elementari ho vissuto momenti di immensa felicità nell’anno del nostro centenario con i gobbi in B, ma anche di tristezza infinita quando retrocedemmo. Ma ho sempre avuto la fortuna di essere in maggioranza in classe, quindi le prese in giro erano poche (anche se soffrivo già di mio). Poi le medie tra Colantuono, Lerda, Papadopulo e Ventura, con la nostra promozione in A e uno sguardo di mio papà e mio nonno verso il cielo che non dimenticherò mai. Bhe poi quel derby vinto mi ha riconciliato con il mondo, perché quel giorno era il compleanno di mio nonno (che era mancato il giorno dopo alla nostra qualificazione in Europa League) che mi ha reso così granata in tutto, e quella pioggia, mi piace pensare, erano le lacrime di mio nonno e di tutti i tifosi granata lassù! Ogni goal del Toro esulto guardando il cielo per esultare con lui, ogni 4 maggio vado a Superga (e piango sempre come un bambino) pensando a lui, con la sua sciarpa. Sono entrato al Fila, un anno fa, e non sono riuscito a trattenere le lacrime perché ho sentito milioni di racconti su quello stadio da tutta la mia famiglia, e tutti terminavano con gli occhi lucidi ma con uno sguardo fiero di essere granata. Sono abbonato al Toro dal 2011, ho fatto il mio esordio nel 2001, saltando come un pazzo a “chi non salta bianconero è”. Sono del Toro grazie a mio nonno, mio papà e a tutta Torino, perché ad ogni angolo c’è un pezzo di storia della nostra squadra. Il Toro non è e non sarai mai una squadra di calcio ma rimarrà sempre una fede mistica, che prima o poi ricomincerà a caricare a testa bassa!

Marco Ardizzone