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L’epopea del Grande Torino: i “colpi” Loik e Mazzola e il primo scudetto

Gli Invincibili / Per la stagione 1941/42 Novo rinforza la squadra, ma non basta. Saranno i due fuoriclasse del Venezia ad alzare definitivamente il livello

Redazione Toro News

"Il Grande Torino è un mito diventato tale non per la portata tragica della sua morte, ma per la sua grandissima importanza nella storia del calcio, e più in generale nella storia di questo paese. Abbiamo visto come Ferruccio Novo, dal momento della sua investitura come Presidente del Torino, abbia attuato una rivoluzione dal punto di vista dello staff tecnico, ma anche della gestione della squadra. Ma come è nata la squadra imbattibile?

"SI CREA L'OSSATURA - Il primo grande colpo della nuova presidenza fu costituito dall’acquisto di Franco Ossola per il campionato del 1940. L’attaccante mise subito in mostra le sue grandissime doti realizzative, e Novo con il prezioso aiuto di Ellena e Janni, riuscì a piazzare altri colpi importantissimi: arrivano Menti e Ferraris, ma anche il trio bianconero Borel, Badoira e Gabetto, prelevati dai cugini della Juventus. La rosa per la stagione 1941/42 è molto forte e competitiva, ma il Torino non riesce a coronare il sogno tricolore, fermato dal Venezia alla terzultima giornata. Contro i veneti i granata impattano grazie alla grandissima prestazione dei due fuoriclasse Loik e Mazzola, che quel giorno incroceranno il loro destino in maniera indissolubile con i colori granata, ma ancora non potevamo saperlo. Fatto sta che, dopo la partita, è Ferruccio Novo in persona a scendere negli spogliatoi a trattare personalmente con i diretti interessati il loro passaggio al Torino, che si concretizza di lì a poco. La squadra è quasi perfetta, ed è pronta per vincere.

"IL PRIMO SCUDETTO E LA GUERRA -  Se nella stagione 1941/42 l’armata costruita da Novo non era riuscita ad imporsi sulle rivali, nel campionato successivo il Toro centra l’impresa, conquistando il secondo scudetto della sua storia. I granata non partono benissimo, con il Livorno che si dimostra un avversario molto serio per la lotta al titolo, che però alla fine iene vinto dai granata, trascinati dai gol di Gambetto ed Ossola, e dalle perfette geometrie disegnate da Mazzola. L’anno successivo arriva l’armistizio e la guerra che sembrava dover finire, inizia. Le squadre di calcio s’ingegnano per non far partire soldati i propri giocatori spacciandoli per operai in fabbriche associate (nascono il Torino Fiat e la Juventus Cisalfa) e nel 1944 viene organizzato un campionato di guerra al quale partecipano solamente le squadre del nord Italia. Il Torino può contare sul rinforzo dalla Lazio Silvio Piola, salito al nord per la guerra ed ora impossibilitato a tornare, ma non riesce ad aggiudicarsi il torneo, che comunque poco aveva a che fare con il campionato vero e proprio, che tornerà solamente l’anno successivo, vedendo nuovamente il Torino protagonista.