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“Prendiamo a calci la malattia”: il Torino al fianco della cura dei bambini

In conferenza / Il Torino presenta il progetto benefico con l'ospedale Regina Margherita e Casa Ugi

Gianluca Sartori

"Il reparto di oncoematologia dell'ospedale infantile "Regina Margherita", l'associazione Casa Ugi e il Torino FC presentano oggi un progetto benefico "Prendiamo a calci la malattia e vinciamo la coppa". Nella sala conferenza dello stadio "Grande Torino" sono presenti Emiliano Moretti, da sempre particolarmente sensibile al tema, la dottoressa Franca Fagioli (Direttore Oncoematologia ospedale Infantile Regina Margherita di Torino), il dottor Enrico Pira (Presidente Casa UGI) e il dottor Silvio Falco (Direttore generale Città della Salute di Torino).

"Prende la parola Alberto Barile. "Le società di Serie A hanno una forte responsabilità sociale. Noi da anni abbiamo sposato Casa Ugi e siamo fieri di essere al loro fianco in tutte le iniziative: sono una onlus molto forte e molto presente sul territorio. Poi siamo al fianco anche del Torino for Disabled, a favore del movimento del calcio per i disabili, sempre in grande crescita. Ora lascio la parola ai protagonisti e porto i saluti del presidente Urbano Cairo, che ci ha spinti per primi a prendere parte a questo progetto".

"Prende la parola ora Silvio Falco: "Grazie al Torino FC che ha dato il benestare a questa importante iniziativa. Quando iniziai io l'università, il 40% dei bambini malati oncoematologici riusciva a guarire. Oggi la percentuale supera l'80%. Il cancro è una malattia che si può guarire specie nei pazienti più giovani, sebbene abbia un impatto ovviamente forte sulle famiglie. Questo è un progetto di grande pregio che mi emoziona. Ringrazio la dott.ssa Fagioli, Casa Ugi con il prof. Pira e il Torino FC che si è prestato a questa iniziativa. Per me è un onore essere qui". 

"Parla poi la dott.ssa Fagioli. "Ringrazio il direttore Silvio Falco che ci è sempre vicino e noi è importante perchè siamo il centro di riferimento per Piemonte-Valle d'Aosta. Circa 2000 bambini-adolescenti ogni anno si ammalano e noi ne prendiamo in cura circa un decimo. Li prendiamo in carico a tutto tondo e intraprendiamo un percorso che dura circa uno-due anni. Quando si parla di tumori pediatrici, ne esistono circa 60 che sono classificabili a seconda del marcatore della malattia. Siamo riusciti a parlare di cura per malattie come le leucemie linfloblastiche acute che oggi si curano nel 90% dei casi. Ciò è frutto di una collaborazione tra tante figure professionali perchè l'oncologo non è mai solo. Abbiamo soprattutto una grande interazione con il mondo del volontariato: la cura passa da medico, psicologo ma soprattutto con gli educatori, gli insegnanti e i volontari dell'Ugi. Con loro cerchiamo di realizzare nel termine più pieno la parola guarigione, che significa non solo sradicare la patologia ma reinserire i ragazzi nel tessuto sociale".

"Ora parla Paolo Pira, pres. Casa Ugi. "La partnership col Torino è fondamentale da tutti i punti di vista. Noi stiamo lavorando per accompagnare i ragazzi non solo nel momento della cura ma anche in quello successivo alla guarigione clinica. Io sono incidentalmente presidente dell'Ugi ma sono anche ordinario di Medicina del Lavoro all'Università e nell'azienda diretta da Silvio Falco. La cosa più visibile del nostro operato è casa Ugi, una casa dataci dal comune in comodato d'uso che ha 22 alloggi per le famiglie dei bambini nel periodo della terapia. Scarichiamo in questo l'azienda dalla necessità di avere dei posti letto e le famiglie dalla necessità di trovare un alloggio. Assistiamo le famiglie in tutte le esigenze. Arrivo da uno studio notarile dove ho firmato l'acquisto di una nuova sede, "Ugi 2", che sarà pronta a breve. Vogliamo che sia una casa protetta in cui i bambini siano protetti, in cui insediare anche una piccola scuola. Io stesso sono genitore di un ragazzo che ha 12 anni ha avuto una malattia oncologica. Io davo per scontato per guarisse, ma mi chiedevo sempre quale futuro lavorativo potesse avere. Se avrebbe potuto incontrare un medico del lavoro che negasse idoneità lavorativa. Da qui è nata una riflessione che ha portato ad un progetto per il reinserimento lavorativo dei ragazzi guariti. Ho un ambulatorio in cui rilascio dei certificati che liberano i medici delle varie aziende che spiegano se e quali limitazioni ci sono. Lo sport a tale proposito è un veicolo incredibile di felicità e il nostro operato va anche a favore dell'idoneità sportiva".

"Infine, Emiliano Moretti. "Io credo che noi calciatori che abbiamo la fortuna di fare questo mestiere, facendo della nostra passione un lavoro, siamo in obbligo di dover pensare anche ad altre cose. Molto spesso si fanno delle cose senza raccontarle. In questo caso è una situazione un po' diversa. Non voglio rubare spazio ai protagonisti di questo progetto ma ci tengo in primis a ringraziare tutte le persone che hanno permesso che questa idea sia oggi diventata realtà. Sono tanti amici che ci hanno aiutato. E la seconda cosa che voglio fare è un grosso in bocca al lupo ai ragazzi qui presenti: poi, vestiti così, sono veramente belli (sono presenti alla conferenza ragazzi con una malattia alle spalle vestiti con la maglia del Toro, ndr)".

"Viene poi spiegato nel concreto il progetto. "Questi ragazzi, che hanno dai 12 ai 20 anni, faranno due allenamenti al mese in una struttura del nostro settore giovanile, aiutati dai nostri tecnici, saranno seguiti da un istruttore che li farà allenare e che li preparerà ad un evento in programma nel prossimo maggio", dice Moretti. "Se saremo presenti noi calciatori durante l'anno? Mica possiamo dire tutto oggi! Vogliamo presentare oggi questo progetto, le attività che verranno fatte giorno dopo giorno è giusto che vengano fatte liberamente senza essere pubblicizzate".

"Come è nata l'idea? "La scintilla è nata in una visita che abbiamo fatto qualche anno fa a Casa Ugi, siamo andati a trovare i ragazzi per le festività di Natale. Quando si entra in certi posti, è normale rimanere colpiti. Da lì è nato un percorso, sono nati dei rapporti e delle amicizie. Si cerca solo di fare qualcosa, di dare una mano, noi facciamo veramente poco rispetto a ciò che fanno medici e volontari. Il nostro è solo un umile appoggio".