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Una Linea di confine delimita Ventimiglia granata

Tra Ventimiglia e Bordighera, nella Riviera dei Fiori, è sbocciato un nuovo club. Forti e indomiti hanno voglia di Toro, isi chiamano “Linea di confine” , che non delimita l’estremo...

Ermanno Eandi

Tra Ventimiglia e Bordighera, nella Riviera dei Fiori, è sbocciato un nuovo club. Forti e indomiti hanno voglia di Toro, isi chiamano “Linea di confine” , che non delimita l’estremo punto tra l’Italia e la Francia, ma tra la fede granata senza compromessi e il calcio sporco senza etica. Nel loro logo sono presenti due animali sacri, il Leone rampante simbolo di Ventimiglia e il Toro tributo di fede. Proviamo a conoscerli meglio, Yurick è il loro portavoce.Come è nato il vostro club?L’idea è di Maurizio (il presidente) e della sua compagna. Da anni seguono il Toro attivamente allo stadio. L’obbiettivo era quello di scovare e riunire i cani sciolti granata sotto un unico vessillo.Quanti siete, dove siete posizionati allo stadio?Siamo oltre ottanta, un numero di tutto rispetto, considerando che siamo in Liguria e, per giunta, in zona ad alto contenuto a striscie. Siamo appena nati, per le trasferte ci stiamo organizzando. A Torino-Inter c’è stata la prima ostensione del nostro striscione in Primavera, è stato un momento toccante, un' emozione indescrivibile.Una linea di confine tra Italia e Francia, o tra i granata (puri) e ilcalcio sporco?Una linea di confine tra Italia e Francia sicuramente no, perché il Toro è una fede senza confini. Una linea di confine tra noi e il calcio sporco sì. L’amore e la passione dei tifosi non può essere ripagata con le delusioni, la rabbia. Non è giusto soffrire, lottare, piangere per la propria squadra del cuore e poi… rendersi conto che il calcio è in mano ai burattinai… è nauseante.Come mai il leone nel vostro logo?Il leone rampante coronato è il simbolo araldico di Ventimiglia. Siamo molto attaccati al nostro territorio e quindi il leone della nostra città sempre con noi insieme al ToroQuali caratteristiche deve avere un vostro socio?Grinta, fede, rispetto nei confronti di tutti, autocontrollo e voglia di fare. Nei momenti giusti deve rimboccarsi le maniche come Capitan Valentino.Il vostro pensiero sui fatti di Catania?Siamo stanchi, addolorati, senza parole. La violenza nello sport è come una cellula impazzita che fa colassare l’intero organismo. Bisogna trovare una cura. Il calcio è malato sia negli uffici che nelle gradinate.Un messaggio a tutti i tifosi granata?Credete in quello che fate, perché nulla è impossibile, se lo si vuole veramente. Basta impegnarsi e avere chiara la meta. Lottare, come solo il Toro sa fare.