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Benevento-Torino: il marchio sul guizzo vincente è la differenza tra Miha e Baroni

Testa a testa / Confronto in panchina assolutamente equilibrato, con il tecnico sannita che prepara bene la sfida: ma il gol di Falque è chiaramente un'azione provata in allenamento

Federico Bosio

"Il Torino torna vincitore da Benevento, e si porta a 7 punti in classifica dopo le prime tre giornate di Serie A: un successo sofferto - forse più del previsto - contro una formazione che ha dimostrato di possedere qualità importanti e di non dover essere sottovalutata nonostante l'ovvio e dichiarato obiettivo salvezza. Dal punto di vista del gioco, però, i granata non hanno di certo incantato e di questo è consapevole anche il tecnico Mihajlovic, che nel post partita si è così espresso: "Sono contento per il risultato, meno per la prestazione perchè mi aspettavo di più" Resta comunque la soddisfazione a condire gli aspetti positivi, ma se la sfida è stata così equilibrata e combattuta è merito del duello più importante della giornata: quello in panchina.

"Il testa a testa a distanza si è concluso con un sostanziale pareggio, tenendo anche conto del risultato finale: non basta infatti logicamente la rete di Iago Falque in pieno recupero a far pendere l'ago della bilancia in favore del tecnico serbo, ma non può essere ignorato il fatto che non si è trattato di una marcatura casuale o fortuita. Certo, la tecnica dello spagnolo e la genialità di Ljajic sono state fondamentali, ma l'azione manovrata che ha portato al gol granata - dal fraseggio , alla rapida transizione lungo tutto il campo sino al taglio di Belotti volto a portare via l'avversario al compagno - è chiaramente frutto di movimenti e dettami tattici provati in allenamento. Sembra essere proprio questo lampo di gioco messo in atto dai granata l'elemento decisivo, il gap sostanziale che è intercorso tra Mihajlovic e Baroni.

"Dal punto di vista del gioco, anzi, il tecnico sannita aveva preparato molto bene la sfida riuscendo a mettere in difficoltà i granata e ad imbrigliarne il gioco, complici anche gli stessi ospiti non particolarmente brillanti: una partita comunque non preparata con l'obiettivo di restare in difesa e cercare il contropiede, ma al contrario provando a proporre azioni, fraseggi ed imbucate per gli attaccanti. Dal punto di vista dei cambi invece il paragone è oltremodo complicato poichè, mentre il tecnico dei padroni di casa ha potuto optare per le sostituzioni che più preferiva di modo da dare un piglio ancor più offensivo alla propria formazione, il granata ha dovuto operarne due obbligate a causa di infortuni muscolari. Sostanziale equilibrio quindi tra Mihajlovic e Baroni: a decidere l'incontro una giocata metabolizzata in allenamento ed applicata nel migliore dei modi.