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Fiorentina-Torino: Cairo, Della Valle e quella sintonia mai realmente sbocciata con le piazze

Confronto presidenti / Dalle schermaglie per La7, al duello per RCS fino al difficile rapporto con le tifoserie: ora i presidenti devono guidare la svolta

Nicolò Muggianu

Urbano Cairo e Diego Della Valle: due imprenditori tra i più importanti d’Italia. I patron di Torino e Fiorentina, tornano al confronto sul campo di calcio - dopo il 2-1 granata all'andata - e un’estate bollente per questioni attinenti alla sfera lavorativa, imprenditoriale e dunque extra-calcistica. Il match tra i granata e i viola, in programma per lunedì sera alle 20.45, vale dunque molto più di tre punti - almeno a livello personale - per due patron che, a causa delle loro politiche, hanno stentato a entrare nel cuore dei tifosi.

 ROME, ITALY - DECEMBER 19: Torino FC President Urbano Cairo attends the Italian Olympic Commitee 'Collari d'Oro' Awards at Foro Italico on December 19, 2016 in Rome, Italy. (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)

Diego Della Valle, nasce come noto nel settore imprenditoriale manifatturiero ma i suoi interessi spaziano in molti campi, tra cui quello dell’editoria, nel quale il viola ha dato battaglia al presidente granata in più di un’occasione. Su tutti, nel 2013, i due si erano sfidati per rilevare da Telecom Italia la rete televisiva La7, poi finita a Cairo. Scelta che è parsa poi azzeccata quando Cairo, l'anno scorso, è riuscito in una delle sue imprese imprenditoriali: quella di riportare in pareggio i conti della rete televisiva. In estate, poi, la scalata del patron granata al Gruppo RCS: una corsa al controllo di uno dei principali gruppi editoriali italiani che lo ha visto prevalere dopo un ardua lotta fatta di sgarbi reciproci proprio con il patron viola. Un’offerta pubblica di scambio ha permesso al granata di aggiudicarsi la corsa arrivando a ottenere il controllo del 59.8% del gruppo tramite Cairo Communication proprio ai danni della cordata composta da Andrea Bonomi, Della Valle, Unipol, Mediobanca e Pirelli.

Il confronto tra i due imprenditori ora si sposta sul rettangolo verde: entrambi sono personaggi di spicco anche per quanto riguarda il mondo del pallone. Entrambi, infatti sono da più di un decennio alla guida di due tra le società più storiche del panorama calcistico italiano: Torino e Fiorentina. Allo stesso modo poi hanno dovuto fare i conti con due piazze calde e ambiziose, passando anche attraverso momenti di contestazione, ma quelle che guidano sono società sportive che risultano essere esempi virtuosi per stabilità e solidità. Dal punto di vista dei risultati sportivi nè Cairo nè Della Valle hanno sinora mai alzato trofei, ma la Fiorentina è per ora di una dimensione maggiore rispetto ai granata, avendo centrato il quarto posto in Serie A in cinque delle ultime nove stagioni, mentre il miglior risultato del Torino è il settimo posto della stagione 2013/2014 che portò ai granata una storica qualificazione europea. Cairo, dal canto suo, può consolarsi con i risultati economici: il bilancio del Torino infatti chiude in utile da tre esercizi a questa parte. I "risultati economici" però non sono bastati ai tifosi granata che chiedono al presidente una minor mercificazione della squadra e un maggior impegno economico per permettere al Toro di tornare nell'elite del calcio italiano e mondiale.

Il match tra Fiorentina e Torino è alle porte e i due patron, nonostante la forte amicizia che lega le due tifoserie, non sono mai realmente riusciti a entrare nel cuore delle proprie piazze. Cairo, dopo aver acquisito in maniera trionfale il Torino - salvandolo dal fallimento - nel 2005, ha dovuto subire infatti parecchie critiche prima di riuscire a trovare uno stabile equilibrio di risultati tramite la programmazione. Le polemiche degli anni scorsi nei suoi confronti per mercati al risparmio erano state social: con tanto di hashtag "#cairobraccino" che ha spopolato sul web. Il presidente granata è atteso ora da un complicato cambio di rotta per far crescere il Toro: resistere alle offerte milionarie per i suoi giocatori migliori e rifondare una squadra competitiva per entrare così nel cuore dei tifosi.