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Campionato: si riparte senza spettatori

Torino e le due squadre di calcio locali, a un anno di distanza dall’evento olimpico, possono ringraziare la grande manifestazione mondiale dell’anno scorso. Grazie alle Olimpiadi invernali è stato rifatto l’ex Stadio...

Redazione Toro News

Torino e le due squadre di calcio locali, a un anno di distanza dall’evento olimpico, possono ringraziare la grande manifestazione mondiale dell’anno scorso. Grazie alle Olimpiadi invernali è stato rifatto l’ex Stadio Comunale in disuso, secondo tutti i criteri richiesti dal decreto Pisanu e può entrare di diritto tra i cinque stadi aperti al pubblico. Gli altri impianti omologati sono il Franchi di Siena, l’Olimpico di Roma, il Barbera di Palermo e il Ferraris di Genova. Il Tardini di Parma e il Meazza di Milano stanno per ultimare i lavori di adeguamento, ma saranno funzionali solo tra qualche settimana, in attesa di eventuali deroghe. Domenica le partite a porte aperte saranno: Sampdoria-Ascoli, Cagliari-Siena, Palermo-Empoli, Roma-Parma e Torino-Reggina. Porte chiuse e senza deroghe per le partite: Atalanta-Lazio, Chievo-Inter, Fiorentina-Udinese, Milan-Livorno e Messina-Catania. I tifosi della Fiorentina, per bocca del loro rappresentante Walter Tanturli, vogliono boicottare lo Stato: “Non credo sia giusto penalizzare la gente che ha pagato un abbonamento. Inviterò perciò gli appassionati a non dare soldi allo Stato per protesta, smettendo di comprare biglietti di lotteria e schedine". Della Valle e il sindaco Domenici si sono già incontrati per avviare i lavori di ristrutturazione. Dopo la riunione prevista nella giornata di giovedì si saprà anche se verranno annullate tutte le partite in notturna previste per febbraio, si dovrebbe infatti giocare solo la domenica pomeriggio. E’ prevedibile, a questo punto, che il turno infrasettimanale del 28 febbraio si giocherà alle 15. In serie B la situazione appare ancora più sconfortante, infatti sabato si giocheranno a porte aperte solo due match: Modena-Albinoleffe e Lecce-Verona.

"A questo punto sorge spontanea una domanda: senza i fatti di Catania, ci si sarebbe accorti che erano pochi gli stadi in regola secondo le norme del decreto Pisanu ?