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Caro Sinisa, buona fortuna. Ma al Torino hai fallito del tutto

Editoriale / Ormai il tecnico non riusciva a trasmettere quel che voleva alla squadra. Esonero giusto, anzi, tardivo

Gianluca Sartori

"Sgombriamo il campo dagli equivoci e dalle consuete frasi fatte che spesso si sentono dopo l'esonero di un allenatore: paga colpe non sue, si fa prima ad esonerare un allenatore che undici giocatori, ora gli alibi sono finiti. L'esonero di Mihajlovic è sacrosanto e lo diciamo con il massimo rispetto per la persona e il professionista, che non si è mai risparmiato e che merita un sentito in bocca al lupo. L'imminente fine del progetto tecnico era percepibile già da tempo e anche il tecnico serbo, mentre rimuginava ieri nella camera al sesto piano dell'albergo che ha eletto a sua dimora, se ne sarà reso conto.

"MIGLIOR POSSIBILITA' - Al Torino, Mihajlovic ha avuto forse la miglior possibilità della sua carriera, in una società disposta ad accontentarlo per quanto possibile sul mercato, con una capacità di spesa al suo massimo storico e con la forza sufficiente per trattenere i suoi migliori giocatori. Sinisa si è costruito la squadra a sua immagine e somiglianza e il risultato è stato un flop totale: i quattro punti in meno alla fine del girone di andata alla seconda stagione rispetto alla prima la dicono lunga. Ormai il tecnico non riusciva a trasmettere quel che voleva alla squadra e soprattutto molti giocatori sono stati protagonisti di un'involuzione personale notevole. Esonero giusto, anzi, tardivo.

"DIFFICOLTA' - Certo, questo resta un evento epocale nella storia recente del Toro per aspettative deluse, modalità, tempistiche e contesto in cui è maturato. Cairo non silurava un allenatore da sette anni. Un ribaltone che in società si "covava" da tempo. Ora inizia l'epoca di Walter Mazzarri, altro bel caratterino, uno che è quasi sempre stato supportato dai risultati ma che in passato ha pagato delle carenze importanti dal punto di vista comunicativo e di immagine. Dovrà confrontarsi con molte difficoltà ed eredita una rosa probabilmente non idonea per il suo credo calcistico. Ma ha subito a disposizione un mercato di gennaio per incidere sulla struttura della squadra.

"PRESENTE E FUTURO - Il suo arrivo a questo punto della stagione, con un contratto lungo due anni e mezzo, significa che il Torino punta su Mazzarri per il presente (l'obiettivo resta l'Europa League) ma anche per il futuro; e poi che non ci si vuole accontentare della mediocrità in cui si stava piano piano scivolando. Si volta pagina, il Toro prende la penna in mano: ora sta al club mettere il nuovo allenatore nelle condizioni migliori per lavorare, come fatto con quello precedente.