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Derby, così Mazzarri ha ingabbiato Allegri: è un Toro maturo e organizzato

TURIN, ITALY - DECEMBER 15:  Juventus coach Massimiliano Allegri  during the Serie A match between Torino FC and Juventus at Stadio Olimpico di Torino on December 15, 2018 in Turin, Italy.  (Photo by Daniele Badolato - Juventus FC/Juventus FC via Getty Images)

Il confronto / Mazzarri non riesce a fermare la Juve di Allegri, bella prova delle difese

Redazione Toro News

Non si è giocato solo in campo il derby tra Torino e Juventus all’Olimpico Grande Torino e terminato 1-0 per i bianconeri a seguito del gol di Ronaldo su rigore; si è giocato anche e soprattutto sulle panchine occupate da Walter Mazzarri e Massimiliano Allegri, che con le loro scelte tattiche hanno influenzato l'andamento della partita, deciso comunque da una serie di episodi: il rigore concesso dal Torino in modo francamente clamoroso e quelli invece non visti, nè dall'arbitro Guida nè dal Var, in area bianconera. Ma i granata hanno giocato a lunghi tratti alla pari con la Juventus, una delle squadre più forti d'Europa; analizzare come ciò possa essere accaduto è sicuramente interessante in ottica futura.

"I REPARTI IN CAMPO – Il Toro scende in campo con un 3-5-2, la Juve con un 4-3-1-2 con solo cinque confermati rispetto all'undici che aveva giocato a Berna in Champions League pochi giorni prima. Il Toro impernia la sua partita sulle certezze del trio difensivo. Nkolou chiude tutti gli spazi, Djidji è praticamente perfetto su un cliente non certo semplice come CR7, Izzo lotta per tutta la partita. E a centrocampo i granata sono bravissimi a metterla sul piano della lotta e del fisico, con giocatori come Rincon ad esaltarsi, approfittando di una certa imprecisione nella circolazione di palla bianconera. In avanti per i granata pesa certamente l’assenza di Iago, sostituito da un non certo uguale per caratteristiche Zaza, ma qualche occasione Belotti e compagni riescono a crearla. Mazzarri imposta un Torino che prova ad imporre il suo gioco senza timori: quella dei granata non è stata certo una partita solo difensiva, come conferma il dato del baricentro medio; 47,73 m quello del primo tempo, 47,85 quello della ripresa. Insomma, il Torino ha puntato su pressing a tutto campo, ha ingaggiato tanti duelli uno contro uno e ne ha vinti tanti puntando su una partita coraggiosa e fisica allo stesso tempo. L'atteggiamento è stato buono sin dall'inizio della partita; in campo i granata sono scesi in campo con lo spirito giusto, hanno tenuto il campo per 90’ e con attenzione hanno impedito alla Juventus (che comunque ha patito l'assenza di due giocatori al momento determinanti come Cancelo e Bentancur) di trovare il suo gioco.

http://www.toronews.net/toro/le-pagelle-di-torino-juventus-0-1-zaza-imperdonabile-izzo-cuore-toro-belotti-lotta-da-capitano/

"I CAMBI  – Se Allegri non ne ha fatti (“Non c’era bisogno” ha detto), scelta forse dettata  dalla stanchezza della panchina, formata da 6/11 degli uomini scesi in campo a Berna, Mazzarri ne ha utilizzati tre. Il primo, obbligato, al 20’, quando Sirigu, a seguito di un dolore(rivelatosi essere successivamente un trauma contusivo lombo-sacrale) viene sostituito da Ichazo, che si renderà poi protagonista sfortunato in occasione del rigore decisivo di Ronaldo. Il secondo cambio arriva quasi subito dopo il gol annullato per offside ai bianconeri: al 75’ Mazzarri richiama in panchina Ansaldi, stanco e ammonito, per buttare nella mischia Parigini, sperando nella sua freschezza per portare attacchi alla Juventus; il terzo ed ultimo cambio arriva all’85’, quando il tecnico granata cerca di mettere ancora qualcosa in più in avanti: fuori un buon Aina per Berenguer, che si piazza a sinistra, con Parigini spostato a quel punto a destra. In generale, il tecnico per recuperare la partita ha optato per incrementare la spinta sugli esterni. Avesse avuto un terzo cambio a disposizione, lo avrebbe magari utilizzato per inserire una punta in più, come Edera.

Andrea Marchello