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Don Aldo: ”Tifare Toro è da pazzi. Eppure…”

Direttamente dall'interno della basilica, ecco le parole di Don Aldo Rabino, in tempo reale: "Sessantadue anni: passano le persone, ma non si dimentica, non bisogna dimenticare, la sacralità di questo giorno", dice il cappellano...

Redazione Toro News

Direttamente dall'interno della basilica, ecco le parole di Don Aldo Rabino, in tempo reale: "Sessantadue anni: passano le persone, ma non si dimentica, non bisogna dimenticare, la sacralità di questo giorno", dice il cappellano ufficiale del Toro."Sessantadue anni non hanno fiaccato le memorie e la preghiera; prima ancora che del calcio, é amore per la vita". Continua: "Voglio ringraziare i presenti, più numerosi del solito, ma soprattutto i parenti delle vittime". A proposito: un pensiero particolare di Don Aldo per una persona mancata da poco. "Ricordo Renato Gandolfi, sopravvissuto alla sciagura e mancato pochi giorni fa".Il pensiero va poi al Filadelfia: "Un ringraziamento all'assessore Sbriglio, al sindaco Chiamparino, e a tutti coloro che hanno preso a cuore il Fila". Ed é piuttosto "rumoroso" il silenzio -immediatamente notato da tutti i presenti- su Cairo, seduto a pochi passi dall'officiante. "E complimenti anche al settore giovanile", aggiunge.

"Essere tifosi del Toro", afferma Don Aldo, "é da pazzi. Vuol dire forse essere masochisti; ma vuol dire anche avere sempre speranza". Poi, un pronunciamento netto: "Dico no agli insulti delle contestazioni: si può essere in disaccordo, ma bisogna avere sempre il rispetto per i ruoli". L'appello: "Riportiamo Superga alla sua sacralità".

Prosegue l'omelia: "Essere giocatori del Toro é un'eredità pesante, lo sappiamo. Può anche assalire i ragazzi la paura di non farcela. Voglio ricordare una frase di Giovanni: 'Non abbiate paura, ma sempre speranza'. Questo voglio dirvi"."Restiamo uniti", é il suo invito. "Bisogna vivere riflettendo sul senso della vita stessa, e per farlo bisogna fare squadra. Per restare uniti bisogna, per primo, non farci del male da soli. Vince il gruppo, la concordia".

Si conclude ora il discorso all'assemblea dei fedeli. Due i punti che hanno strappato gli applausi dei presenti: le parole sulla contestazione, che deve "sempre mantenersi civile, come civili noi siamo", e un passaggio sui 150 anni dell'Unità d'Italia, quando Don Aldo Rabino ha ricordato il contributo del Grande Torino per la ricostruzione di un'identità nazionale.