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Franco Ossola: ”Nel mio romanzo mescolo realtà e finzione”

''Racconto il Toro attraverso i suoi protagonisti''

 

 

 

Roberto Maccario

"Con il suo ultimo lavoro, ''Il romanzo del Toro", Franco Ossola si conferma come uno scrittore di successo­ e di qualità. Noi lo abbiamo contattato proprio riguardo a questa sua nuova fatica.

"Ciao Franco, il tuo nuovo romanzo si occupa di Toro ma in maniera un po' particolare, non è vero?

"Esattamente: già dal titolo è evidente il tentativo di narrare la storia di questa gloriosa società non attraverso la cronaca ma attraverso i racconti dei protagonisti.

"C'è anche una sorta di storia nella storia, non è così?

"Sì, all'interno delle vicende della società granata ho utilizzato un escamotage letterario, con una sorta di passaggio di testimone.

"Di cosa si tratta?

"Ho immaginato che l'anima fondatrice del Torino, lo svizzero Alfredo Dich, abbia fatto realizzare un bellissimo distintivo da presentare a tutti i membri che nel 1906 diedero ufficialmente vita al Toro. Tale distintivo (che nella realtà non esiste ma che simboleggia lo spirito granata) passerà poi di generazione in generazione ai grandi della storia della squadra: dal primo capitano Bollinger a Enrico Bachmann, da Antonio Janni a Mazzola, da Bearzot a Ferrini, da Claudio Sala a Zaccarelli a Cravero. Tutti questi giocatori diventano portatori di una specie fiaccola che simboleggia l'essere del Toro.

 

Quindi nel tuo lavoro la realtà si mescola alla finzione?

In un certo sì, però non ho cambiato la realtà, l'ho romanzata.

 

Si tratta anche di una specie di giallo, giusto?

Sì, attraverso questo oggetto simbolico si arriva in modo poliziesco al finale, un finale pieno di mestizia ma anche di speranza.

Venendo al Toro di quest'anno, cosa vorresti ricevere sotto l'albero?

A dire la verità sono partito con un certo scetticismo, non credevo che la squadra fosse attrezzata per fare un buon campionato. Poi, grazie anche a un grande Cerci, siamo riusciti a disputare delle buone partite e a ottenere discreti risultati. Ora mi auguro di vivere il finale di stagione con un po' più di tranquillità, senza dover soffrire tutte le volte allo stadio fino all'ultimo minuto, anche perché con l'età che avanza diventa sempre più difficile sopportare i colpi inflitti dal Toro (ride ndr). Spero quindi che i ragazzi acquisiscano più maturità e personalità per gestire meglio gli incontri.