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Grande Torino, le scuse di Schianchi: “Purtroppo, a volte, si sbaglia”

Il collega di Gazzetta sul quotidiano odierno: "Ho toccato un tasto doloroso e non era nelle mie intenzioni: so bene cosa rappresenta per l'universo granata"

Redazione Toro News

"Talvolta si sbaglia, ma le scuse - quando pronte e sincere - possono porre rimedio a qualsiasi incomprensione. Era stato parecchio criticato dai tifosi granata e non l'articolo del collega della Gazzetta dello Sport Andrea Schianchi pubblicato sul succitato giornale in data 4 maggio: l'anniversario della tragedia di Superga. Nel ricordare ed elogiare gli Invincibili, il collega si era spinto ad un paragone con l'attuale spirito e compattezza di squadra della Juventus; un gesto inopportuno che l'opinione pubblica, in particolar modo quella dei tifosi del Torino, non aveva perdonato. Ecco che sul numero odierno della Gazzetta dello Sport sono arrivate le scuse, pubbliche, di Andrea Schianchi.

"Ecco le sue parole, integrali: "Quando si commette un errore, soprattutto se in buona fede, la prima cosa da fare è chiedere scusa. Ed è quello che faccio, a scanso di equivoci. Sulla Gazzetta del 4 maggio è uscito un mio articolo sul Grande Torino nel quale, parlando dello spirito di gruppo di Valentino Mazzola e dei suoi compagni, ho scritto: «Questo carattere d’acciaio, per cercare un paragone nel presente, ricorda un po’ quello della Juve, la grinta di Buffon, Barzagli e Chiellini tanto per intenderci». Un accostamento che è un errore perché urta la sensibilità dei tifosi del Toro, da sempre (e giustamente) religiosamente devoti alla loro leggenda. Molte critiche mi sono giunte da sostenitori granata e, leggendole con attenzione, ho capito di aver toccato un tasto doloroso, cosa che non era certo nelle mie intenzioni. So bene che cosa rappresenta il Grande Torino per l’universo granata, e non solo, e lo so anche perché a quei magnifici giocatori (anzi: uomini) ho dedicato una pièce teatrale nella quale ho raccontato la loro grandezza, il loro valore e, infine, la loro tragedia. Purtroppo, a volte, si sbaglia. Andrea Schianchi"