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Hart: “Futuro? Non penso ci sia il City sulla mia strada. Vogliamo l’Europa”

Intervista / Il portiere granata a Sky Sports: "Guardiola è stato onesto, ma lì non ho più spazio. Mi hanno consigliato tutti l'Italia, e sono grato al Torino per questa grande occasione"

Redazione Toro News

Ha rappresentato uno dei maggiori colpi di mercato della Serie A nella sessione estiva, ed ora Joe Hart ha parlato per la prima volta della sua improvvisa partenza da Manchester - sponda City - e della sua nuova vita al Torino. Tra le dinamiche di questo radicale cambiamento rilasciate a 'Sky Sports', c'è spazio anche per uno sguardo al futuro, che con ogni probabilità sarà definitivamente lontano dall'Etihad Stadium.

"Questa è la seconda volta che vado in prestito per un'intera stagione, ma questa volta non sono stato mandato qui per testare le mie abilità o vedere se posso migliorare: sono stato mandato fuori perché non ero voluto. Non sono qui per dimostrare quello che posso fare, io sono qui perché avevo bisogno di guardare altrove e non ho avuto la possibilità di trasferirmi in un altro club in modo permanente. Adesso, voglio dare il massimo per Torino e se qualcuno me lo chiede beh, non credo che il Manchester City sarà sulla mia strada. Dopo dieci anni è tempo di voltare pagina, anche perchè fino a quando ci sarà Guardiola, penso che non troverei più spazio tra le fila dei Citizens"

Proprio a proposito del rapporto con il tecnico spagnolo, Hart racconta alcuni retroscena e come si è sviluppata la conversazione decisiva che l'ha convinto a spiccare il volo verso altri lidi: "Quest'estate sono tornato dopo gli altri giocatori a causa degli Europei, e la prima volta che abbiamo avuto una conversazione lui mi ha detto che aveva le sue riserve su di me. Gli strinsi la mano, gli dissi che era professionalmente onesto ma non quello che volevo sentire. Ho detto che volevo lavorare e mettermi alla prova per convincerlo e vedere cosa sarebbe successo, ma ho avuto l'impressione che in realtà non stessi andando da nessuna parte, che comunque non avrei giocato. Allora ho parlato con l'amministratore delegato e gli ho detto: 'Tu vuoi che me ne vada, non è vero?' Lui non mi ha fermato mentre lo dicevo"

"Il portiere che è arrivato (Claudio Bravo) era un buon portiere, gli piaceva Willy (Cabellero) così come gli piaceva Angus (Gunn): era ovvio che non avrei avuto alcuna chance, così ho pensato che avevo bisogno di andare altrove e sono davvero grato al Torino per avermene dato l'opportunità. Avrei potuto sedermi, ma preferisco pensare a come posso aiutare il Torino ora piuttosto che a quello che avrei potuto fare, a cosa sarebbe potuto accadere"

Quando il tecnico del Torino Sinisa Mihajlovic ha mostrato di essere interessato al giocatore, Hart ha subito effettuato qualche telefonata ai suoi ex compagni di squadra per chiedere loro consiglio in merito: "Ho parlato con Micah Richards, che ha giocato in serie A, e mi ha detto: 'Ti piacerà.' Poi ho parlato con Patrick Vieira che aveva giocato nella Juventus e conosceva Torino e mi ha detto che era una bella città per il calcio. Aleksandar Kolarov infine conosceva Milhajlovic, così ho parlato con lui. Mi è anche piaciuto il modo in cui Mihajlovic mi ha parlato e mi ha detto che se volevo venire, ero il benvenuto. Io amo il calcio e gli ho detto che ero disperato, perchè volevo giocare. Ho 29 anni, molte stagioni sono passate in un batter d'occhio e so che molte altre passeranno altrettanto velocemente: non potevo perdere tempo e sprecare l'occasione" 

L'attenzione si sposta quindi sul presente, sulla stagione in granata e sugli obiettivi della squadra: "Il tecnico non è qui per giocare. Lui vuole che conquistiamo il posto in Europa League per noi, e questo sarebbe un ottimo risultato poichè in Serie A ci sono solamente tre posti disponibili per la Champions League. Siamo in competizione con Juventus, Roma, Napoli, Lazio e Milan che sono squadre forti e stanno davvero correndo per aggiudicarsi i primi posti: è una corsa lunga e tirata, ma noi siamo lì e stiamo facendo bene. Per raggiungere l'obiettivo devi essere molto forte in casa"

"La prima cosa che ho pensato quando sono arrivato è stata: 'Sarebbe bello imparare una lingua e sedersi qui ora potendo avere una conversazione fluente in italiano,' ma ho bisogno di essere bravo nel mio lavoro, così ho dovuto imparare prima di tutto i comandi semplici. Ho solo cercato di ripetermi quelli nella mia testa in allenamento. L'allenatore dei portieri qui, Paolo di Sarno, mi ha aiutato tantissimo. Ho solo cercato di imparare al meglio quello che avrei normalmente dovuto dire durante il gioco, ed è diventato del tutto naturale"

C'è poi infine spazio per uno sguardo al futuro: "La mia testa ora è completamente concentrata sul Torino, voglio aiutare i granata in questa stagione. Il calcio cambia rapidamente e non so che cosa potrebbe accadere a gennaio, ma io ragiono considerando di stare qui per l'intera stagione