Toro News
I migliori video scelti dal nostro canale

toro

HarTorino

Riceviamo e pubblichiamo / Tutti siamo stati almeno una volta Gianluca Petrachi nel mondo virtuale

Redazione Toro News

"Inizio dicembre, Stadio Olimpico, derby Torino-Juventus. Tiro a botta sicura di Higuain, volo plastico sotto l’incrocio di Joe Hart che rialzandosi si batte il pugno sul cuore. Completo granata iper attillato, avambracci scoperti e sguardo arrogante rivolto al Pipita. Curva Maratona che esplode e lo innalza a idolo indiscusso. Non può essere altrimenti. Almeno nell’immaginario di ogni giocatore di Football Manager. Il ‘big player’ che con un bagno di umiltà e pieno di rivalsa, accetta l’offerta di una ‘piccola’ e ogni domenica mette in mostra qualità fuori dal comune. E’ bello pensare che anche il direttore sportivo del Torino Gianluca Petrachi sogni una stagione così. Perché, parliamoci chiaro, quello portato a termine dal ds granata è un piccolo miracolo calcistico. Una trattativa tra il Manchester City e Torino, con i primi che vendono ai secondi, è già di per sé assurda. In più vede protagonista un giocatore di nazionalità inglese, secondo la vulgata incompatibile con la Serie A, che da colonna della Premier League, della Nazionale nonché bandiera dei Citizens, decide di andare in prestito in Serie A, al Torino, il tutto assume contorni mistici. Quasi fosse l’anello di congiunzione tra il calciomercato reale e i giochi manageriali. Perché tutti siamo stati almeno una volta Gianluca Petrachi nel mondo virtuale. Aprendo trattative impossibili per acquistare giocatori non alla nostra portata e sognando quel magico avviso nel sommario principale: “L’offerta è stata accettata”. Lui l’ha fatto davvero e ci piace credere che l’abbia vissuta come noi.

Tre giorni alla fine del calciomercato. Il tuo allenatore è da un mese che ha bisogno di un nuovo portiere, perché dei tre che ha in rosa nessuno lo convince appieno. Ma, tra profili che non convincevano, trattative arenate e rifiuti dell’ultimo minuto sei arrivato a 72 ore dalla chiusura del mercato senza avere ancora il numero 1 della nuova stagione. In preda a quel misto di ansia e sicurezza nei tuoi poteri di scout, ricominci la ricerca del profilo giusto per un club come il Torino. Nemmeno il tempo di scorrere la lista dei portieri che Football Manager spegne i tuoi sogni di gloria immettendo nei filtri di ricerca una spunta di default: ‘Escludi Obiettivi Non Realistici’. Il gioco lo sa che hai l’acqua alla gola e ti piace sognare, ma non vuol far nascere in te false speranze. Sembra quasi ti dica:  “E’ inutile che cerchi giocatori da 30 milioni di euro. Non te li puoi permettere e loro non verrebbero mai. Quindi non te li faccio nemmeno vedere”. E tu, mestamente, accetti questa imposizione.

 MANCHESTER, ENGLAND - AUGUST 28: Joe Hart of Manchester City warms up prior to the Premier League match between Manchester City and West Ham United at Etihad Stadium on August 28, 2016 in Manchester, England. (Photo by Gareth Copley/Getty Images)

Continui a scorrere tra mille nomi ma non c’è nessuno che davvero cattura la tua attenzione. O troppo giovani, o troppo vecchi. I punteggi non ti convincono, non sono bilanciati: elevatissimi sulla tecnica, ma sotto la sufficienza nella parte fisica. Ma soprattutto i ‘regen’ non si prendono – è la regola base.  Stufo di questa vana ricerca, decidi che è arrivato il momento. Togli la spunta infame e magicamente ti appare la lista di Babbo Natale: Buffon, Neuer, Courtois. Sono tutti là e nessuno ti vieta di fare un’offerta. Ormai però il mondo virtuale ha sostituito quello reale e pensi che offrire dei soldi per Neuer del Bayern Monaco ti porti a diventare lo zimbello del supermercato sotto casa. Meglio evitare. Scorri mestamente verso il basso la lista finchè non ti imbatti in Joe Hart. Ma noti un particolare che gli altri non avevano. Accanto al nome c’è l’icona magica: ‘PRS’. Il giocatore è stato messa in “lista per il prestito” dalla sua società. In preda all’eccitazione non resisti e tenti il colpaccio: fare un’offerta al Manchester City. Ma la realtà si mette nuovamente di traverso. Hart percepisce uno stipendio di 5,5 milioni di euro e il budget che il Torino ti ha messo a disposizione arriva al massimo ad 1,2 milioni di euro.

Ma non ti dai per vinto. Tenti di modificare le impostazioni del bilancio societario, svendi tutti i giocatori della squadra riserve, riduci all’osso lo staff. Insomma fai di tutto per alzare quel benedetto budget per gli ingaggi, perché Joe Hart è diventata la tua unica ragione di vita. Ma nuovamente devi fare i conti con la realtà (?!?): oltre 1,2 milioni di euro annui non si può andare. In preda allo sconforto stai per desistere quando pensi che alla fine rincorrere un sogno vale la presa in giro del supermercato. Ti fai coraggio e fai l’offerta al Manchester City. Prestito gratuito e contributo annuo per l’ingaggio al 20% del Torino e il restante 80% a carico del club inglese. Una rapina vera e propria.

<p style="text-align: justify;"><em><span style=""><strong>Calciomercato / Parti sempre più vicine: il granata prepara i bagagli dall'Argentina</strong></span></em></p>

"Passano i giorni e la risposta del Manchester City non arriva. Sai che non verrà mai accettata, ma in cuor tuo speri. In fin dei conti sono loro che lo hanno messo in “lista per il prestito”. Poi il sogno si avvera: il Manchester City ha accettato l’offerta. Ora la palla passa al giocatore. Ormai in totale trance agonistica ti levi il pigiama che avevi davanti al computer e prendi dall’armadio il ‘vestito buono’. Bisogna andare a parlare con la stampa. Passi i successivi due giorni a lodare Joe Hart con qualsiasi giornalista ti dia un microfono e speri che questa prova d’amore arrivi al cuore del portiere inglese. I commenti ironici dei colleghi sulle tue esternazioni pubbliche non scalfiscono la tua sicurezza: Joe cederà, sono sicuro. E alla fine gli sforzi vengono ripagati. Hart accetta l’offerta del Torino. Ce l’hai fatta, il sogno si è avverato. Gli dai la maglia numero 1, strappi la fascia di capitano dal braccio di Giuseppe Vives e la consegni a Joe. Lo spogliatoio si rivolta e Vives chiede la cessione. In più Hart non parla una parola d’italiano e il punteggio del suo carisma è 1. Ma non vedi il problema. Hart è il capitano del Torino. Punto.

"Proprio per questo comportamento che travalica la mitomania non c’è da stupirsi se, nel mondo reale, nessuno ci abbia mai offerto un ruolo da ds. Ma le emozioni provate da Petrachi vogliamo credere siano state le stesse. Anche solo per la soddisfazione di aver regalato a Mihajlovic un campione. Perchè una cosa è sicura: Hart è un campione ed un lusso, follemente rincorso e meritatamente guadagnato, per il Torino. E la corsa a chi la sparasse più grossa tra gli ‘haters a prescindere’ che ha inondato il web nelle ore successive alla notizia, strappa al massimo un sorriso. Perchè siam sicuri siano gli stessi che invece di rincorrere, vivere ed esultare per il raggiungimento di un sogno simile, acquisterebbero un ‘regen’ di 16 anni al posto di Sua Maestà Joe Hart.

"di Marco Juric