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I buoni propositi per un nuovo anno granata

Un ciclo si chiude, un altro si apre: il 2018 dovrà vedere un cambio di rotta da parte di tutti, per trasformare i fischi che han chiuso il 2017 in applausi

Lorenzo Bonansea

"Non è facile, dopo un 2017 granata così altalenante, trovare con precisione i cosiddetti "buoni propositi" per l'anno nuovo. O meglio, risulta complicato, in questo sali e scendi che è stato l'ultimo anno targato Toro, inquadrare esattamente gli step da cui ripartire. Perché è questo che si cerca di fare all'inizio di un nuovo anno: si ripensa a quanto fatto nei 365 giorni precedenti, si distinguono aspetti negativi e positivi, e ci si propone di migliorarsi là dove si è mancato. Alla fine, è così anche per il Toro - ma ad essere sinceri, se si ripensa a questo 2017, i "memento" principale è sugli errori da non ri-compiere, piuttosto che sulle cose positive da ripetere.

"Prima di guardare la classifica, il Toro - in questo 2018 - dovrà prima di tutto cercare di offrire ai propri tifosi del Grande Torino uno spettacolo degno di tal nome: l'ultima gara contro il Genoa è stato l'atto finale di un inizio di campionato (ma più in generale di un 2017) da brividi sotto il profilo del rendimento casalingo, con solamente due vittorie tra le mura amiche (per altro contro Sassuolo e Cagliari) da settembre ad oggi. Troppo poco per l'Europa, certo, ma non solo: troppo poco per meritare gli applausi di chi segue e incita il Toro 365 giorni l'anno, ma che dopo l'ennesima delusione non può far altro che fischiare una squadra sinora senza un'identità precisa.

"Un'identità che deve dare prima di tutto l'allenatore, ed è diretto proprio al tecnico granata il secondo "proposito" per il 2018: tante volte abbiamo sentito Sinisa Mihajlovic parlare di grinta, cuore Toro, carattere - ma il numero di partite in cui la squadra ha dimostrato in campo quelle caratteristiche è stato inversamente proporzionale alla quantità di parole spese dal serbo. E' ora di cambiare rotta: meno parole e più fatti, certo, ma soprattutto "più fatti corrispondenti alle parole", perché una squadra che riesce a farsi recuperare da Verona e Spal dopo essere andata in doppio vantaggio, gli attributi non li ha tirati fuori per davvero.

"Ovviamente, poi, in campo ci vanno i giocatori - e l'auspicio per tutti - da chi ha sempre fatto bene come Sirigu e N'Koulou, a chi potrebbe fare molto di più come Baselli e Belotti - è che questo sia l'anno giusto per togliersi qualche soddisfazione con la maglia granata. A trascinare gli altri, devono essere gli uomini - per un motivo o per un altro - più attesi: Andrea Belotti e M'Baye Niang. Il 2017 si è chiuso in maniera travagliata per il Gallo: dopo una prima parte di anno solare che definire positiva sarebbe riduttivo, nel nuovo campionato il classe '93 si è un po' perso, tra difficoltà psicologiche e un infortunio che ha peggiorato le cose. Niang, dall'altra parte, ha giocato la sua migliore partita in granata proprio nell'ultimo atto del 2017 - dopo tre mesi insufficienti sotto tutti i punti di vista.

"Per un ciclo che si chiude, ce n'è un altro che si apre - e le cose da migliorare sono tante, ma tutte alla portata di questo Toro. Un nuovo anno granata ha inizio oggi, con l'auspicio che sia migliore sotto tutti i punti di vista di quello appena lasciato alle spalle. Per un 2018 che renda la gente del Toro (più) orgogliosa di questi colori.