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Il Genio furioso ‘Rimanga chi vuole’

di Alessandro Salvatico e Edoardo Blandino

 

Dopo il capitano ufficiale, il capitano virtuale. Eugenio Corini è un uomo che può non indossare la fascia al braccio, può...

Redazione Toro News

di Alessandro Salvatico e Edoardo Blandino

"La pensano tutti così, in spogliatoio? Viene da chiederlo, visto che questo sarebbe “spaccato”. Non è proprio così, secondo il centrocampista bresciano: “Io credo che qui ci siano ottimi professionisti che stanno dando il meglio”. Però, ci vogliono due precisazioni. La prima: “Quando non ci sono i risultati, evidentemente lo spogliatoio è meno coeso”; la seconda: “c’è chi non è abituato a certi tipi di piazze, con grande pressione, e può avere delle difficoltà”.Corini non nega che ci siano dei contrasti. Semplicemente, non pensa che siano obbligatoriamente un elemento negativo: “E’ giusto che si litighi, in alcuni momenti. E perfino che qualcuno mandi a fan… qualcun altro. E’ giusto litigare perché l’apatia non serve; mi preoccupa di più uno che non è in grado di dire a un compagno che sta sbagliando, di uno che per farlo lo manda a quel paese”.

"Corini è carico. A più riprese, parlando, colpisce il tavolo con un pugno, oppure ripete un intercalare rabbioso (e irripetibile, per quanto comune). Come quando dice “gli uomini veri ci mettono la faccia”. E poi: “Chi rimane al Toro, deve metterci gli attributi e dare il massimo, serve solo chi vuole veramente salvarsi per poter dire, a fine stagione, “io sono stato al Toro, io ho salvato il Toro”, ecco”.“Genio” sembra conoscere la piazza granata da molti anni, anziché da uno e mezzo appena. “Perché sempre tante difficoltà? Torino è un ambiente dove, storicamente, si pretende tanto. Non è mai accaduto che iniziassimo forte, abbiamo sempre cominciato rincorrendo; si arriva dopo 6 o 7 giornate a scendere in campo con l’idea di giocarsi già qualcosa di fondamentale. C’è grande pressione -ribadisce-, e visto che abbiamo cambiato molto, non c’è mai stato quel gruppo di 12-13 giocatori che siano base e che sappiano reggere tali pressioni”.

"Si passa poi a parlare di mercato, in questa lunga, intensa conferenza. “Ci sono ancora 4 giorni, chi vuole cambiare aria farà le sue valutazioni. Se la società sta pensando a qualcuno, è giusto così, bisogna fare il bene della squadra. Arrivasse un regista? Non importa, la squadra deve rafforzarsi”. A proposito di registi: Dzemaili? “Ha un grandissimo talento. Ma per diventare regista deve lavorare molto, perché per ora non lo è. E’ un gran rompitore di gioco, e bravo a inserirsi; ma non è, non ancora, un regista”. E Mozart? “Lui è un regista”.

"Con Novellino il dialogo c’è. “Qualche giorno fa mi ha chiesto come stavo, gli ho detto che ero stanco e che poteva far giocare altri. Il dialogo c’è”. Ultime parole di Corini: , che dichiara anche la sua solidarietà a Possanzini e Mannini: “Non siamo in grado di giocare bene”. Una pietra tombale sulle condizioni della squadra. Ma “un malato non guarisce in un giorno. Prima si alza dal letto, poi prende il brodino, e così via. Fino a tornare in forma”. La saggezza dei 40 anni (o quasi).