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Il piglio della grande squadra

Editoriale / Quanto piace il Torino in versione trasferta. E ora il derby: si parte sempre dallo 0-0...

Gianluca Sartori

Un Torino che scende in campo a San Siro per imporre il proprio gioco non si vedeva da tempo, a queste latitudini. È quanto hanno fatto i ragazzi di Mazzarri. Il Milan non sarà quello degli anni di Ancelotti, ma oggi sta tornando una squadra di tutto rispetto. E in casa dei rossoneri, i granata sono scesi con la voglia di fare la partita. Certo: in partite come quella di ieri, serve concretizzare i momenti di superiorità. Non ci è riuscito il Toro, un po’ per merito di Donnarumma, un po’ per demeriti propri. Per poi rinculare preda della stanchezza nelle fasi finali della partita, quando il Milan si è giocato il tutto per tutto. Ma senza perdere la testa nè la partita.

Si può dunque apprezzare un Torino che ha l’ambizione di prendere possesso del campo e del gioco. Si chiama piglio della grande squadra, e il Torino lo fa vedere molto più spesso in trasferta che in casa: il tema è da approfondire. Ma per filosofia e per qualità della rosa, il Torino c’è. C’è l’allenatore, il migliore che si sia visto in questa piazza negli ultimi anni, e c’è la squadra, sebbene le alternative offensive principali (Soriano e Zaza) si siano rivelate fin qui deludenti. Nonostante un buon numero di punti buttati, il sesto posto solitario è per ora realtà. La squadra, lo ribadiamo per l'ennesima volta, è all'altezza della corsa per l'Europa e, in attesa di capire se lo diventerà anche il pubblico (dopo l'imbarazzante dato delle 3399 presenze contro il Sudtirol, solo poche centinaia di tifosi si sono recati in trasferta a Milano), si proietta ora al derby della Mole. Si parte sempre dallo 0-0 e al Toro visto ieri fare gol non è facile.