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Il Torino, Belotti e il significato di un buon precampionato

Editoriale / Otto gol segnati nel precampionato sono un segnale. E ora, testa alle prossime partite

Gianluca Sartori

"E ora ci si può interrogare su quanto significato abbiano otto gol in quattro partite di precampionato. Poco, dirà qualcuno, sostenendo che cinque reti Andrea Belotti le ha segnate contro i dilettanti della Bormiese. Ma si sa che il gol per un attaccante conta più di tutto. E che convincere, sin dalle prime uscite della stagione, fa ritrovare le migliori sensazioni e serve per mandare segnali, specie se si viene da un'annata agrodolce. Il Gallo ha gonfiato la rete anche contro il Nizza, decidendo l'amichevole di Alessandria, primo vero test stagionale. Un gol da centravanti vero: l'incornata sulla traversa ribadita in rete dalla seconda zuccata simboleggia la voglia di riscatto di Belotti. La tifoseria non lo ha mai abbandonato, nonostante alcuni momenti difficili, come testimonia l'ovazione ricevuta al momento della sostituzione con Karlo Butic.

"Di certo l'annata passata è ormai alle spalle. A posteriori è peraltro intuibile che l'aver raggiunto la doppia cifra non fosse un risultato da disprezzare, considerando tutte le vicissitudini passate da Belotti: dal cambio di procuratore ai due infortuni, passando per i rigori sbagliati e la delusione della mancata qualificazione al Mondiale con l'Italia. Avrebbe potuto essere, quella scorsa, la stagione della definitiva affermazione, e invece non lo è stata. Affermazione che è, però, solo rimandata. Osservandolo da vicino in questo precampionato ci si è accorti della sua serenità ritrovata, serenità che poi si riverbera in campo, negli otto gol segnati. Ora nel mirino ci sono già le prossime due amichevoli, quella a Torino con la Chapecoense e quella ad Anfield con il Liverpool. Altri gol rafforzerebbero la convinzione che, passo dopo passo, Belotti stia tornando davvero. E per il Toro è la notizia migliore possibile.