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Il Torino e gli “scarti” di Ventura: il tecnico non ha (quasi) mai avuto torto…

Approfondimento / Sanchez Mino, Ruben Perez, Larrondo e Nocerino si aggiungono alla lista degli “epurati” di Ventura nei suoi quattro anni di Toro: da Bellomo ad Agostini a Sansone,...

Gianluca Sartori

"Partiamo da una banalità: essere allenatori di calcio, non importa a quale livello, comporta dover prendere delle decisioni e fare scelte tecniche. Giampiero Ventura, alla sua quarta stagione sulla panchina del Torino, di scelte ne ha fatte parecchie, a volte anche rumorose, che hanno lasciato gli osservatori un po' perplessi. Perché alcune di queste hanno comportato l'esclusione dal progetto Toro di alcuni giocatori che erano arrivati con aspettative decisamente migliori, o che avevano dato tanto alla causa granata in precedenza. E le cessioni recenti di Sanchez Mino, Ruben Perez e Nocerino sono gli ultimi casi di “epurati” che, arrivati per essere valori aggiunti, sono tristemente finiti ai margini della rosa. Mister Libidine avrà avuto ragione o meno? A dirlo saranno i prossimi mesi, ma vediamo come è andata nei casi delle stagioni precedenti.

"Giulio Ebagua: fu il primo acquisto della gestione Ventura. Arrivato ad inizio estate 2011, l'italo-nigeriano prodotto del vivaio granata salutò il Torino già a gennaio 2012, dopo 20 presenze e 3 reti in Serie B: fu rimpiazzato da Riccardo Meggiorini. A fine anno, il Toro lasciò il Varese riscattare l'intero cartellino, non ritenendolo adatto alla Serie A. Le annate successive hanno visto Ebagua segnare con buona continuità in Serie B ma non ha fin qui avuto l'occasione di cimentarsi col massimo campionato. Forse non avrebbe fatto peggio di Larrondo e Barreto, ma la scelta non era del tutto fuoriluogo…

"Manuel Iori: fu una colonna del primo Torino di Ventura ma dopo la promozione, a giugno 2012, non fu riscattato dal Chievo. Per il regista lombardo ci sono stati altri due campionati da titolare fra i cadetti, tra Cesena e Padova; dopo il fallimento dei veneti, si è accasato al Pisa in Lega Pro. Anche qui, col senno di poi, il Torino non ha avuto torto nel ritenerlo non ideale per la Serie A.

"Alessandro Agostini: dopo 8 anni come punto di riferimento della difesa del Cagliari, arrivò al Torino il 31 agosto 2012: i granata cercavano un'alternativa nel ruolo di terzino sinistro. Chiuso da Masiello e D'Ambrosio, Agostini non giocò mai neppure un minuto in maglia granata, e nel gennaio seguente lo acquistò il Verona. Nonostante l'età non più verde ha convinto Mandorlini, con cui ha conquistato una promozione e adesso viene impiegato con discreta continuità anche in Serie A.

"Marko Bakic: arrivato al Torino dalla Fiorentina nell'ambito dell'affare Cerci, nel 2012-2013 Ventura non ha mai puntato su di lui. In seguito il tecnico ha confessato apertamente di non aver ritenuto pronto il giovane centrocampista montenegrino. Dopo aver raccolto solo briciole anche a Firenze, sta disputando la sua prima, vera stagione italiana a La Spezia due anni dopo l'esperienza in granata.

"Damiano Ferronetti: nell'estate 2012 firmò un biennale col Toro. La sua esperienza granata durò 15 giorni: di lui in granata si ricorda un infortunio e uno screzio pesante con Ventura, che lo indusse a cambiare subito casacca approdando al Genoa. Dopo una stagione da comprimario in rossoblù, l'arrivo alla Ternana, dove di certo non sta facendo sfracelli.

"Jonathas: per il dinoccolato brasiliano sei mesi al Toro tra gennaio e giugno 2013: in tutto 11 presenze e 2 reti, di cui una da tre punti contro la Lazio. A giugno niente riscatto dal Pescara, e così si è accasato al Latina, che ha contribuito a portare a un passo dalla Serie A con 15 reti. Nell'estate scorsa il trasferimento in Spagna, all'Elche, dove fino a oggi il bottino è di 8 reti: doppia cifra in Liga alla portata. Forse avrebbe potuto essere utile anche al Toro.

"Gianluca Sansone: fu uno dei colpi più interessanti dell'estate 2012, essendosi messo in mostra nel Sassuolo come uno dei giocatori migliori della cadetteria. Niente da fare: il Torino, che spese 1,6 milioni per la metà del suo cartellino, lo scartò dopo 14 presenze e una sola rete. L'intesa con Ventura non c'è mai stata e a gennaio venne dirottato verso la Sampdoria. A Genova, in due anni, ha giocato parecchio (42 presenze in Serie A) ma segnato poco (5 reti). Il 7 gennaio scorso, la firma col Bologna e una nuova avventura in Serie B.

"Rolando Bianchi: dopo 5 anni, 173 presenze e 73 reti in granata, la scelta di non rinnovare il contratto di colui che era il capitano del Torino per motivazioni squisitamente tecniche. I mugugni e le perplessità dei tifosi sono scemate visto il rendimento del suo sostituto, Ciro Immobile, per poi riaccendersi dopo l'approdo in granata di Amauri, più “anziano” di tre anni e simile per caratteristiche. Rolando nel frattempo è rimasto in Serie A, con Bologna e poi Atalanta, segnando fin qui solo tre reti: senza dubbio, il meglio di sé lo ha dato sotto la Mole.

"Nicola Bellomo: il Torino lo ha prima ceduto in prestito allo Spezia nel gennaio 2014 per poi scegliere di non riscattarlo alle buste e lasciarlo al Chievo. In gialloblù per il centrocampista solo cinque presenze; nel mercato di gennaio da poco concluso è tornato al Bari in prestito, per provare a rilanciarsi nella sua terra.

"Panagiotis Tachtsidis: arrivato in prestito dal Catania a gennaio 2014, a fine stagione il Toro lo ha lasciato andare, preferendo non impiegare risorse per un giocatore che non convinceva appieno Ventura. Nel ruolo di regista, è arrivato Ruben Perez, che ha fallito miseramente, mentre il greco è titolare di un Verona che non naviga in acque tranquillissime.

"Concludendo, quando ha ritenuto un giocatore non adatto al suo progetto Ventura ha avuto quasi sempre ragione. Solo Agostini e Jonathas forse avrebbero meritato maggior fortuna al Torino; non fortunata la scelta di sostituire Tachtisidis con Ruben Perez, ma comunque non si parla di vere e proprie “cantonate”. Sarà così anche per quanto riguarda Sanchez Mino (che comunque può tornare al Toro), Ruben Perez e Antonio Nocerino e Marcelo Larrondo?