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Il Toro e i britannici: gioie e dolori di una storia che parte da lontano

Il Toro e i britannici: gioie e dolori di una storia che parte da lontano

Approfondimento/ Da Lievesley a Law e Baker, da Dorigo a Hart, continua l'avventura dei sudditi della Regina sotto la Mole

Roberto Maccario

Con l’arrivo dal Manchester City di Joe Hart si allunga l’elenco dei calciatori britannici che hanno vestito la maglia del Torino nei suoi ormai quasi 110 anni.

IL LEGGENDARIO LESLIE LIEVESLEY - Quella dei sudditi di Sua Maestà e del granata è una storia nata da lontano, e se si parla del loro rapporto non si può non citare il leggendario Leslie Lievesley, allenatore del Grande Torino campione d’Italia nella stagione 1948/’49 e perito nella tragedia di Superga.

Oggi Lievesley, tecnico dalle idee moderne e rivoluzionarie per l’epoca, è sepolto al cimitero monumentale di Torino, e il suo ricordo rimarrà indelebile nella memoria storica granata insieme a quello degli Invincibili.

BAKER E LAW: GENIO E SREGOLATEZZA AL SERVIZIO DEL TORO- Si arriva poi ai ruggenti anni ’60, anni in cui il Torino ingaggia una coppia di rampanti britannici: gli scozzesi Joe Baker e Denis Law.

I due giocano alla corte di Beniamino Santos durante la stagione 1961/’62, riuscendo a tratti a fare davvero sognare i tifosi.

Il primo, attaccante di razza proveniente dall’Hibernian, mette a segno 7 reti in 19 partite, diventando protagonista di un vittorioso derby contro la Juventus, mentre il secondo, autentico fuoriclasse acquistato, proprio come Hart, dal Manchester City per la cifra allora record di 110.000 lire, chiude la stagione con 27 presenze e 10 centri, diventando il capocannoniere granata dell’anno prima di essere nuovamente ceduto in Premier League ai cugini del Manchester United.

Con lo United del mitico manager Matt Busby, Law vincerà la Coppa dei Campioni del 1968 in finale contro il Benfica, formando, con Bobby Charlton e George Best, quella che ancora oggi viene ricordata come la “Santissima Trinità”, oltre ad aggiudicarsi il Pallone d'oro nel 1964.

Law, molto legato ai colori granata tanto da partecipare alla festa del centenario nel 2006, disputa anche 55 partite con la maglia della nazionale scozzese, segnando 30 gol, mentre Baker, pur essendo nato in Scozia, preferisce giocare con la maglia dell’Inghilterra.

I due si rendono anche protagonisti di un rocambolesco incidente d’ auto che li costringe fuori dal campo per diverso tempo.

Inoltre, dal '62 al '65, a vestire la maglia granata fu anche Gerry Hitchens che giocò ben 113 partite in maglia granata. Centrocampista dal grande attaccamento alla maglia, partì poi in direzione Atalanta.

SOUNESS, DORIGO E IL BEFFARDO DESTINO DI REGGIO EMILIA - Arriviamo alla fine degli anni’90, e altri britannici si apprestano a legare i loro destini a quelli del Toro: i nuovi proprietari del club, all’alba del campionato di serie B 1997/’98, decidono di affidare la guida tecnica della squadra a Graeme Souness, scozzese campione d’Europa con il Liverpool nel 1984 e con un ottimo passato da centrocampista nella Sampdoria, ma il sanguigno mister non si ambienta e deve presto passare il timone a Edy Reja.

Proprio l’allenatore friulano condurrà i granata fino al decisivo spareggio promozione contro il Perugia, perso ai rigori per via dell’errore di un altro britannico, l’inglese Tony Dorigo, che calcia sul palo il suo penalty e pone fine ai sogni di gloria di Ferrante e compagni.

Al di là dell’errore Dorigo, terzino protagonista ai mondiali di Italia ’90 con la nazionale inglese, disputa un buon campionato, mettendo a segno anche due reti prima di soccombere al beffardo destino del dischetto di Reggio Emilia.

Joe Hart e il Toro: un’altra pagina si aggiunge al romanzo che narra le gesta dei sudditi di Sua Maestà sotto la Mole.

Come andrà a finire questa volta?