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Torino, Falque raramente tradisce: ripartire da lui, oggi e (soprattutto) domani

Focus on / Corsa, impegno e occasioni create: lo spagnolo è uno dei pochi a salvare la faccia a Roma

Nicolò Muggianu

Il Torino riparte da Iago Falque. È vero, c'è ben poco da salvare della trasferta all'Olimpico. Tra queste poche cose però c'è senza dubbio la prestazione offerta dal numero 14 originario di Vigo. Lo spagnolo infatti, specialmente nella prima frazione di gioco, è riuscito in più occasioni a mettere in difficoltà Kolarov e la Roma. Sui suoi piedi è capitata forse la seconda migliore occasione del match (la più ghiotta quella fallita da due passi da Belotti): sul solito mancino a giro però Allisson si esalta e mette in corner.

LUI - Anche per questa ragione la sostituzione di Mazzarri intorno al 68' ha destato qualche dubbio. Fuori Iago, dentro Niang e il Toro senza l'apporto difensivo dello spagnolo inizia ad imbarcare acqua da tutte le parti. “Iago ha avuto tante occasioni - ha spiegato il tecnico toscano in conferenza stampa (LEGGI QUI) - è stato bravo. Su Kolarov ha fatto un doppio lavoro. Sia lui che Berenguer hanno coperto tanto sulle fasce, nella prima frazione di gara, infatti, non avevamo subito azioni importanti”. Ormai non ci sono più dubbi: è lui il vero top player da cui il Torino dovrà ripartire in ottica presente, ma soprattutto futura. 9 gol e 4 assist in 27 partite: lo spagnolo tra i big granata è stato l'unico a dare un apporto degno di questo nome. Mazzarri e Cairo dovranno tenerne conto: la ricostruzione del progetto dovrà passare soprattutto da lui.

GLI ALTRI - E gli altri? Beh gli altri big, chi più chi meno, sin qui hanno tutti deluso. In cima alla lista non può che esserci Belotti: il gallo ha vissuto una stagione martoriata dagli infortuni è vero, ma i soli 5 gol messi a segno in 21 giornate sono troppo pochi per un ragazzo attorno al quale si era costruito un buon progetto e da cui ci si aspettava di più sotto tutti i punti di vista. Tra le altre grandi delusioni anche Ljajic e Baselli. Il serbo, dopo un avvio di stagione promettente, si è perso lungo il tragitto: con Mazzarri è diventato pressoché una comparsa e contro la Roma ci ha pensato un infortunio a tenerlo fuori. Anche dall'ex Atalanta ci si aspettava di più: secondo molti questa doveva essere la stagione della consacrazione ma, anche a causa della solita discontinuità, il 26 enne non ha dato l'apporto sperato. Poche certezze e tanti dubbi: il Torino però deve ripartire. E da dove ripartire se non proprio da quelle poche certezze?