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Il vostro Mondo: i racconti e le foto dei tifosi

“Quando nel nostro piccolo alzammo la sedia anche noi”. (Cristian Ras)

L'iniziativa / Chi ricorda quella partita di Highbury, chii l'inaugurazione di un Toro Club degli anni '60 e chi semplicemente condivide una foto: ecco il ricordo dei nostri lettori per Emiliano Mondonico

Redazione Toro News

Il miglior modo per raccontare quello che era (e quello che rimarrà) Emiliano Mondonico era di farlo dire a voi, ai tifosi che lo hanno amato e sostenuto sempre e comunque, ergendolo a simbolo dell'ultimo vero Toro. Nelle ultime 24 ore vi abbiamo chiesto di mandarci un ricordo, un racconto o una foto per ricordare la persona e l'allenatore. Ecco il vostro "Mondo".

Renzo Pasquero -  In questo momento così triste credo che per onorare degnamente la memoria del nostro "Mondo" sia logico e dovuto, organizzare al Filadelfia, nel giorno dei funerali, un omaggiocollettivo del mister alzando al cielo una sedia.

Luca Peccerillo- Il mio ricordo più bello è quando sono andato a trovarlo a Rivolta d'Adda mentre era ancora allenatore del Toro. Un collega de La Stampa mi aveva dato un suo recapito, l'ho chiamato, mi ha chiesto: "ma vuoi venire come giornalista?". "No mister - l'ho rassicurato - lavoro per il Secolo XIX redazione del Levante non scrivo di serie A - vengo come tifoso, come cuore granate, volevo portarle una foto...". "Ok, allora ci vediamo" Ci siamo incontrati in un bar, credo fosse sotto casa sua, ha riso per un sacco di tempo quando gli ho fatto vedere la foto, che allego, dell'inaugurazione del Toro Club Rapallo, credo nel '68. Lui è giovanissimo di fianco a Combin e dietro a mister Fabbri e, penso, al vice Bergamasco; mio papà è di fianco a lui, quel signore grosso appoggiato alla parete con il maglione. Si riconoscono Puja, Carelli, Vieri, Rampanti, Agroppi, Corni... Poi è partito con i ricordi e abbiamo parlato di calcio e altro per almeno un paio d'ore... Una delle mie giornate più belle.

 L'inaugurazione del Toro Club Rapallo nel 1968. L'allora calciatore Mondonico è il giovane accanto a Combin (Luca Peccerillo)

L'inaugurazione del Toro Club Rapallo nel 1968. L'allora calciatore Mondonico è il giovane accanto a Combin (Luca Peccerillo)

Sei stato il nostro MISTER DEL TORO, più di Radice che ha vinto lo scudetto e di Giagnoni che con il suo colbacco e la sciarpa granata per me bambino era come Sandokan contro i cattivi. Non parlo poi degli ultimi buffoni... Hai capito, veramente, non solo a parole, che essere del Toro è uno stile di vita e non tifare per una squadra di calcio e la sedia alzata al cielo per quel clamoroso rigore non dato su Cravero era la nostra rivolta contro il potere. Quella sera ho pianto tantissimo, quasi una crisi isterica come quella di un bambino piccolo. Il mio babbo cercava di calmarmi, ma non riuscivo a smettere perchè sapevo che lì non ci saremmo più arrivati e che un "Mondo" per noi non ci sarebbe più stato. Purtroppo avevo ragione. Buon viaggio mister e quando incontri il babbo abbraccialo per me.. Ciao Mondo

Alberto Corazza - Complimenti per questa bellissima iniziativa; credo che sia il modo più opportuno per ricordare un uomo speciale come Mondonico. Essendo nato nel 1988, non ho ricordi limpidi di quanto avvenne ad Amsterdam o nella finale di Coppa Italia, ma i ricordi che mi legano al Mister risalgono all’estate 1998 quando centrò la promozione dalla Serie B alla serie A. All’epoca, durante il ritiro estivo, un importante quotidiano sportivo nazionale diede la possibilità ai tifosi di chiamarealtelefono il Mister. Io, in preda alla timidezza, presi il coraggio a due mani e composi quel numero. L’orario disponibile era terminato da non molto e probabilmente il Mister stava recandosi a pranzo, la centralinista fece un tentativo e ad un certo punto sentii la sua voce...io, emozionatissimo, esordii con un “CIAO MONDOOO” e lui, con i suoi modi garbati, dopo le domande di rito mi spiazzò con una delle sue domande “ma tu, come mai hai scelto di essere del Toro?”; risposi fieramente che nella mia famiglia tutti sono tifosi granata, per cui non poteva essere altrimenti. Lui si complimentò sinceramente e mi disse di continuare così. L’ho sempre considerato un Uomo per bene, un Signore del calcio. Ciao Mondo…tornerai ad Amsterdam…

Edoardo Mariatti - Ciao a tutti voi della redazione, volevo inviarvi due righe, il mio ricordo del mitico Emiliano, ricordo legato alla trasferta a Londra del 1994, nel meraviglioso stadio Higbury Park. In quegli anni il coro "Torino è stata e resterà granata" aveva una valenza assoluta, e quando si intonava il ritornello "il Toro è qui, il Toro è là, il Toro è in tutta la città" un brivido ti percorreva la schiena, perchè effettivamente il granata era in ogni angolo di Torino e del Piemonte: il periodo nero 1996-2010 non era minimamente preventivabile. Ora, invece, a più di vent'anni di distanza, il grigiore della maraia bianconera ha sporcato tutto.. Tornando a quel ricordo, provare a battere i gunners a casa loro, dopo lo 0-0 dell'andata al Delle Alpi, era una tentazione irresistibile, e quindi decido per questa mattana, confortato dal fatto che mia sorella vive a Londra, per cui quale occasione migliore per incontrarla?

La sorpresa più inaspettata, la sera, è stata quella di incontrare casualmente i miei vicini di casa del quinto piano, in formazione completa (papà, mamma e i due figli), e si torna a quanto detto prima, a quel granatismo che in città allignava dappertutto. Alla fine purtroppo la partita non va come dovrebbe andare, perdiamo 1-0 e l'Arsenal (che vincerà la Coppa delle Coppe), ci elimina. Torniamo tutti a casa, tifosi e squadra, transitando dall'aeroporto di Stansted, e lì, da lontano, vedo il grande Mondo, che parla fitto con un altro mito dell'epoca, Piero (Pierin) Dardanello, direttore del Tuttosport e granata fino al midollo. Sono incavolati neri, proprio come noi tifosi, e quindi evito di avvicinarmi, anche perchè ci sarebbe stato poco da dire! La delusione di Emiliano si poteva però avvertire chiaramente, quasi toccare, e questo atteggiamento me l'ha fatto sentire ancora di più "uno di noi", uno che ci crede fino alla fine, insomma un allenatore-tifoso, mentre ricordo che alcuni giocatori sembravano decisamente meno coinvolti, intenti a giracchiare nel duty free senza manifestare chissà quale dispiacere. Ecco, quella sera avrei voluto stringerti la mano e dirti "bravo lo stesso!". Non l'ho fatto per non romperti le scatole, e forse adesso me ne pento. Allora lo faccio soltanto oggi, caro Emiliano, e ti ringrazio perchè col tuo atteggiamento vero e appassionato hai saputo entrare nei cuori di tutti noi. Ciao Mondo.

Davide Pedretti - L'ho visto una volta sola da vicino, a Jesi nel 1994, la mattina di semifinale Ancona-Torino di Coppa Italia, ricordo che nonostante la partita era alla sera, ci fece entrare in albergo a me e altri due ragazzi per fare le foto coi giocatori, Grande mister e grande uomo,uno da TORO.

Costanzo di Lella - Grande uomo... Quando , il giovedì, il Toro organizzava e giocava le amichevoli con squadre di paese, ricordo una partita con Albignano, da lui organizzata, squadra vicino a rivolta d'Adda. Era come giocare la Champions. Un uomo tutto '"pane e salame" Un grande. Ciao Mondo.

 (Costanzo Di Lella)

Luca Seregni - Campionato C1, anno 2007 credo, ma non importa. A Legnano gioca la Cremonese allenata da Mondonico. Sono di Legnano e tifo Legnano. La partita finisce 1 a 2 per la Cremonese con gol decisivo al 92esimo. Potete capire la delusione dei nostri ragazzi che ci avevano creduto fino alla fine con noi tifosi. A fine partita escono i giocatori, dalla curva ci giriamo e cosa vediamo? Sulla porta di uscita del campo sotto la pioggia c'è Mondonico che saluta, consola e ringrazia i giocatori del Legnano. Uno per uno. Questa sarà sempre l'immagine di un grande uomo che rimarrà sempre nel mio cuore. Grazie ancora della lezione Mondo.

Andrea Dalmasso - Io la famosa sedia non la posso ricordare, avevo meno di un anno in quel pomeriggio di Amsterdam della primavera del '92. Ma se c'è una cosa che ogni persona ricorda con particolare nitidezza, sono le "prime volte". Il primo amore, il primo bacio. Il mio ricordo del "Mondo" in un certo senso è legato a questo meccanismo della nostra mente. Mondonico è stato l'allenatore del primo Toro che io abbia mai tifato. Era la stagione 1998-1999. Eravamo in Serie B, ma un bambino, quando sceglie i suoi eroi, non sta a guardare questi dettagli. Li sceglie, e sta dalla loro parte, sempre e comunque, senza giudicarli per i loro errori. Se ci penso, era un bel modo di vivere il calcio. Io tifavo per il Toro e per Mondonico, che giocasse bene, che giocasse male, che vincesse, perdesse o pareggiasse. Quell'anno, per fortuna, vincemmo spesso e volentieri, e ritornammo in Serie A. La prima Serie A della mia vita, la prima gioia calcistica della mia vita. E il mister, ai miei occhi, era il migliore di tutti. Quell'affetto, quell'ammirazione incondizionata che provavo per lui me la sono portata dietro fino ad oggi. E stamattina, quando ho letto quella notizia sul display del mio smartphone, un pezzo di me, un pezzo di quel bambino che nel 1998 iniziò ad impazzire per i colori granata, ha pianto. Lacrime sincere, al di là di ogni retorica: il "Mondo" è stato e sarà sempre il mio Mister preferito.L'anno dopo, nel 1999-2000, Mondonico era ancora l'allenatore del Toro, un Toro che però ritornò immediatamente in Serie B. Ma il Mister mi aveva insegnato anche che vincere non è la sola cosa che conta, nella vita. Non lo è mai, se sei del Toro. Fai buon viaggio, Mondo. Quel bambino che nel '98 tifava per te non ti dimenticherà mai.

Edoardo Mariatti - Ciao a tutti voi della redazione, volevo inviarvi due righe, il mio ricordo del mitico Emiliano, ricordo legato alla trasferta a Londra del 1994, nel meraviglioso stadio Higbury Park. In quegli anni il coro "Torino è stata e resterà granata" aveva una valenza assoluta, e quando si intonava il ritornello "il Toro è qui, il Toro è là, il Toro è in tutta la città" un brivido ti percorreva la schiena, perchè effettivamente il granata era in ogni angolo di Torino e del Piemonte: il periodo nero 1996-2010 non era minimamente preventivabile. Ora, invece, a più di vent'anni di distanza, il grigiore della maraia bianconera ha sporcato tutto.......... Tornando a quel ricordo, provare a battere i gunners a casa loro, dopo lo 0-0 dell'andata al Delle Alpi, era una tentazione irresistibile, e quindi decido per questa mattana, confortato dal fatto che mia sorella vive a Londra, per cui quale occasione migliore per incontrarla? La sorpresa più inaspettata, la sera, è stata quella di incontrare casualmente i miei vicini di casa del quinto piano, in formazione completa (papà, mamma e i due figli), e si torna a quanto detto prima, a quel granatismo che in città allignava dappertutto. Alla fine purtroppo la partita non va come dovrebbe andare, perdiamo 1-0 e l'Arsenal (che vincerà la Coppa delle Coppe), ci elimina. Torniamo tutti a casa, tifosi e squadra, transitando dall'aeroporto di Stansted, e lì, da lontano, vedo il grande Mondo, che parla fitto con un altro mito dell'epoca, Piero (Pierin) Dardanello, direttore del Tuttosport e granata fino al midollo. Sono incavolati neri, proprio come noi tifosi, e quindi evito di avvicinarmi, anche perchè ci sarebbe stato poco da dire! La delusione di Emiliano si poteva però avvertire chiaramente, quasi toccare, e questo atteggiamento me l'ha fatto sentire ancora di più "uno di noi", uno che ci crede fino alla fine, insomma un allenatore-tifoso, mentre ricordo che alcuni giocatori sembravano decisamente meno coinvolti, intenti a giracchiare nel duty free senza manifestare chissà quale dispiacere. Ecco, quella sera avrei voluto stringerti la mano e dirti "bravo lo stesso!". Non l'ho fatto per non romperti le scatole, e forse adesso me ne pento. Allora lo faccio soltanto oggi, caro Emiliano, e ti ringrazio perchè col tuo atteggiamento vero e appassionato hai saputo entrare nei cuori di tutti noi. Ciao Mondo.........

Stefano Bauducco- Ogni volta che ti vedevo, vedevo mio papà che se ne andato da po di anni. Con lui ho vissuto la fantastica annata della Coppa Uefa ed erano notti di allegria e felicità che ci univano sempre di più. E poi la Coppa Italia , con mio papà che va in giardino negli ultimi minuti ... troppa la tensione . L 'esplosione di gioia al fischio finale! Grazie Mondo , per la felicità che ci hai regalato e a quell' idea  che il TORO è qualcosa che è nel cuore. CIAO MONDO .

 

 (Carlo Gabutti)

 

“Quando nel nostro piccolo alzammo la sedia anche noi”. (Cristian Ras)
 (Francesco Gasparetto)

 

 Ritiro '92 a Madonna di Campiglio (Roberto Andreoni)
 Emiliano Mondonico al Toro Club Como
 (Walter Scarafiotti)