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Indagine Figc: cosa rischia Cairo? Gli scenari possibili

Il punto / L’avvocato Cesare Di Cintio, esperto in giustizia sportiva, ai nostri microfoni: “Rischio deferimento? Difficile”

Nicolò Muggianu

La Figc potrebbe aprire un fascicolo nei confronti di Urbano Cairo. Il presidente del Torino potrebbe finire sotto indagine per le parole pronunciate nei confronti degli arbitri nel post-derby. Tra le frasi incriminate, quella in cui il patron granata “accusava” l’arbitro Guida e il Var Mazzoleni di “sudditanza psicologica” nei confronti della Juventus.

Ma cosa rischia dal punto di vista legale il presidente del Torino? Per saperne di più abbiamo interpellato l’avvocato Cesare Di Cintio, specializzato in giustizia sportiva. “Secondo l’art 5 del cgs Figc - ha dichiarato l'avvocato Di Cintio ai nostri microfoni - 'Ai soggetti dell’ordinamento federale è fatto divieto di esprimere pubblicamente giudizi lesivi della reputazione di persone, di società o di organismi operanti nell’ambito del CONI, della FIGC, dell’UEFA o della FIFA'. Nonostante ciò è chiaro che devono essere accuratamente accertate le circostanze e il contesto nel quale vengono rese le dichiarazioni stesse”.

Non a caso dunque è stato aperto un fascicolo nei confronti di Preziosi e De Laurentiis, ma non ancora in via definitiva nei confronti di Cairo. Realisticamente parlando, la pena più concreta per il patron granata potrebbe essere un’ammenda: “La norma prevede che se le 'dichiarazioni siano idonee a ledere direttamente o indirettamente il prestigio, la reputazione o la credibilità dell’istituzione federale nel suo complesso o in una specifica struttura, all’autore delle dichiarazioni di cui al comma 1 si applica l’ammenda da € 2.500,00 ad € 50.000,00 se appartenente alla sfera professionistica'. Venendo al caso di specie, credo che le dichiarazioni rese dal massimo dirigente granata, sempre che venga aperta una indagine, essendo avvenute nell’immediatezza della partita, e quindi a caldo, non abbiano il connotato di gravità tale da portare a pene diverse da una una sanzione pecuniaria vicina al minimo edittale previsto dalla norma”.

Cairo può dunque dormire sonni tranquilli. Nessun deferimento in vista, come accadde invece meno di un anno fa a Pallotta; dopo le polemiche scaturite in seguito al match di Champions League contro il Liverpool: “Le parole di Cairo non sono state tendenti a mettere direttamente in dubbio la buona fede del direttore di gara che, eventualmente (tutto da dimostrare) si sarebbe condizionato involontariamente. Il 'condizionamento psicologico' presuppone una debolezza del soggetto che subisce involontariamente un fattore esterno, mentre la 'mala fede' corrisponde al dolo ed alla premeditazione il che, ovviamente, ha un peso specifico diverso allorquando viene riferito ad un arbitro”. Piccole ma fondamentali differenze. Al momento tutto tace, ma la sensazione è che Cairo non passerà grossi guai per le dichiarazioni incriminate.